Il calcio italiano coinvolge 4,6 milioni di praticanti e 1,4 milioni di tesserati. Per ogni euro investito nel calcio, lo Stato ha ottenuto un ritorno in termini fiscali e previdenziali pari a 14,4 euro.

Questi sono solo alcuni dei dati riassunti nel Bilancio Integrato 2017 della FIGC – giunto alla sua terza edizione - presentato questa mattina nella sede dell'Università IULM di Milano dal Direttore generale della FIGC e vice presidente UEFA, Michele Uva.

Il settore professionistico, nella stagione 2016-17, ha fatturato 3,4 miliardi di euro, che diventano 4,5 se ad essi sommiamo anche i fatturati di Figc, leghe, campionati dilettanti e giovanili, con un incidenza del 35% del volume d’affari generato dallo spettacolo in Italia, occupando 40mila persone e generando un indotto economico stimato in 18,1 miliardi.

Ed è questo quello che ha sottolineato nel suo intervento Niccolò Donna, responsabile Area Sviluppo e Responsabilità Sociale della FIGC: «I numeri sottolineano come il calcio abbia un fondamentale ruolo nel sistema Paese, sia dal punto di vista sportivo ed economico che da quello fiscale e sociale.

Non si tratta di un atto autocelebrativo, ma di un attestato che vuole sottolineare tutto il percorso federale e in particolare quello relativo alla produzione di studi e rapporti specializzati, che in questi anni ha avuto così tanti feedback positivi anche dall'esterno: oggi la FIGC è un punto di riferimento per le altre federazioni per quello che riguarda la trasparenza.»

Alla presentazione, oltre al vice direttore generale della FIGC Francesca Sanzone, erano presenti Evelina Christillin, membro aggiuntivo della UEFA nel Consiglio della FIFA, l'ex presidente della FIGC Antonio Matarrese, l’amministratore delegato della Lega di Serie A Marco Brunelli e diversi dirigenti di società tra cui Marotta, Carnevali, Marino e Zarbano.