La Alan Kurdi, la nave della ong Sea Eye con a bordo oltre un centinaio di persone salvate in mare, in queste ore sta facendo rotta verso le coste francesi.

Il 19 settembre, in tre diverse operazioni, la Alan Kurdi ha tratto a bordo 133 naufraghi provvedendo ad informare i vari centri di controllo preposti al soccorso nella zona di mare dove sono stati effettuati i salvataggi: Libia, Malta, Italia e Germania. Quest'ultimo Paese è stato contattato perché la nave Alan Kurdi opera per conto di una ong tedesca.

I libici non rispondono, i maltesi si rifiutano di prestare assistenza, gli italiani rimandano ai tedeschi che a loro volta hanno inoltrato la richiesta di assistenza ai ministeri competenti... tirando le somme, però, nessuno ha comunicato alla Alan Kurdi che cosa fare.

Martedì mattina, la Guardia Costiera italiana ha evacuato due donne, un uomo e cinque bambini, tra cui un neonato di cinque mesi che erano a bordo della nave. Il resto dei naufraghi però continua a non essere soccorso.

Seguendo la logica, dato che nessuno dei centri di controllo preposti al soccorso in mare ha dato indicazioni alla Alan Kurdi, alla ong tedesca non è rimasto altro che dirigersi verso il porto di scalo previsto dal piano di navigazione, per il rifornimento e l'evacuazione più rapidi e sicuri delle persone soccorse. Pertanto, la nave della ong Sea-Eye sta facendo rotta verso la Francia, in direzione del porto di Marsiglia.

In questa pagina è riportata la testimonianza di una delle persone soccorse dalla Alan Kurdi, una di quelle che la propaganda sovranista, attributo elegante per evitare di qualificarla con termini che meglio le si attagliano, quali fascista e razzista, definisce "immigrato clandestino"...