Se i Centri straordinari (Cas) spesso diventano parcheggi affollati per clandestini, lo Sprar dovrebbe occuparsi della (vera) integrazione dei rifugiati. 

Integrazione, Accoglienza, in Italia, quando si parla di migranti tutto par essere legato alla solidarietà, alla vocazione dei tanti a compiere una buona azione ma, in realtà spesso il “gioco” è legato a interessi che vanno oltre l’immagine che si vuol far riflettere.

Parliamo di Sprar (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati), il programma che fornisce seconda assistenza ai migranti che rimangono per più tempo in Italia. Un sistema che in teoria dovrebbe essere il fiore all’occhiello del criterio di accoglienza italiano. Se i Centri straordinari (Cas) spesso diventano parcheggi affollati per clandestini, lo Sprar dovrebbe occuparsi della (vera) integrazione dei rifugiati.

Tutto molto bello. E pure lodevole. Ma è sempre così? Purtroppo no. Il più delle volte, dietro alla parola “Accoglienza” si nasconde un vero e proprio business legato ai soliti “volti” i quali speculano e non poco sulle disgrazie di migliaia di persone che ignare vengono catapultate in Italia con l’ etichetta di “esiliati politici”. Ma la cosa che sorprende di più è che spesso ad accaparrarsi i vari “bandi” emanati dal Viminale, sono le stesse Associazioni o (chiamiamole come vogliamo) che già gestiscono la prima accoglienza.

Tale fenomeno che coinvolge molti comuni italiani, crea una vera e propria (rete di affari) che favorisce i soliti noti o comunque chi ha le mani in pasta nel dato momento storico. Non è sempre così ovviamente, ci sono realtà in Italia dove lo Sprar funziona ed è efficace, dove l’integrazione è cosa vera.