L'offensiva militare che Mosca ha lanciato sull'Ucraina ha attirato su di sé condanne da parte di tutto l'Occidente. Dalle sanzioni, al blocco dei capitali delle banche russe, l'esclusione dal sistema bancario Swift, l'interdizione dello spazio aereo ai voli russi in vari paesi europei. La stragrande maggioranza di articoli che vengono pubblicati in queste ore su piattaforme giornalistiche o forum sono di stampo interventista. Putin è solo un imperialista, vecchio e isolato, mentre l'Ucraina la vittima. Semplice; non proprio.

L'Ucraina faceva parte degli stati cuscinetto ex-URSS che garantivano alla Russia un buffer di manovra e difesa. In termini strategici, servivano a mantenere la MAD, o mutual assured destruction. Con le repubbliche baltiche di Lettonia, Estonia, Lituania che sono entrate a far parte della Nato, e l'Ucraina che già nel 2008 aveva ricevuto dal presidente degli Stati Uniti Bush un appoggio sincero nel percorso di adesione, la Russia ha previsto lo scenario peggiore: l'incapacità di rilevare, reagire e rispondere ad un attacco nucleare preventivo da parte degli Stati Uniti da suolo Ucraino. Per tre lustri almeno la Russia ha avvisato di come la situazione risultasse destabilizzante negli equilibri mondiali, con buona pace del titolo di garanti dell'ordine stabilito di cui l'occidente si sta ora ammantando. Non è primariamente questione di passione, di volontà di potenza, di romanticismo poetico, di senso di patria e volontà di impero; bensì di strategia bellica.

Qui bisogna fare una parentesi sulla teoria dei giochi, teoria matematica che in Russia ben conoscono e da noi, no. Non si tratta né di una scelta, né di opinione, ma di matematica. Dal biologo Richard Dawkins che la utilizza per spiegare l'evoluzione genetica e comportamentale degli organismi viventi nei suoi libri divulgativi, agli strateghi statunitensi e russi che la usano per modellizzare l'evoluzione dei propri paesi, la teoria dei giochi sottende gli sviluppi, e le cadute, di sistemi complessi in competizione tra loro. 
In particolare, con l'avvento delle armi nucleari, la teoria dei giochi delinea uno scenario a singolo turno; si può attaccare per primi, e vincere; oppure non attaccare, e forse vincere - cioè restare vivi - e forse perdere perché si viene traditi da un attacco preventivo avversario. La strategia migliore, quella che offre il miglior risultato per ciascuna delle parti, è la guerra preventiva. Un dato di fatto, anzi, di logica. 
Per scongiurare ciò è necessario che le superpotenze nucleari si dotino di sistemi di risposta, cioè trasformino il gioco da turno singolo a turno multiplo, almeno doppio. Questo avviene se ciascuna entità possiede la capacità di rilevare un attacco e neutralizzarlo, oppure rilevarlo e rispondere con reciprocità, secondo il contraccambio equivalente (tit-for-tat, la strategia migliore per turni ripetuti).

Il problema sussiste nel caso in cui una base militare e potenzialmente missilistica sia posizionata su suolo troppo vicino all' obbiettivo avversario, in maniera tale che egli non abbia più il tempo di analisi, rilevamento dei vettori balistici offensivi e risposta equivalente su cui si regge l'equilibrio. Il caso ucraino ha trasformato un gioco a turno multiplo avvicinandolo ad un gioco a turno singolo, e prima che l'attacco preventivo diventi nucleare, la Russia ha optato per un attacco preventivo tradizionale. Si può ribattere che non è questo il caso, che la Russia avrebbe mantenuto la MAD anche nel caso l'Ucraina fosse entrata nella NATO, etc... Ma non vedo alcun dibattito scientifico sull'argomento. Studi seri e oggettivi che tengano conto delle tecnologie russe, con il calcolo sui tempi di risposta e sul maggior rischio di falsi allarmi: con analisi più reattive, in genere scade la qualità e l'affidabilità dei rilevamenti. Quando Vladimir Putin sostiene che l'operazione in Ucraina renderà meno probabile una terza guerra mondiale, non ha tutti i torti.

Dunque la Russia ha invaso. L'Occidente non è stato in grado di contraccambiare la fiducia e l'impegno ucraini. E ora noi rispondiamo secondo contraccambio equivalente. Tuttavia, come si dimostra l'equivalenza tra le sanzioni europee alla Russia e i danni agli europei - danni forse erroneamente scambiati con quelli  alla credibilità di promesse statunitensi - causati dall'invasione in Ucraina dai russi?


L'Europa più dell'America ora sconterà questa destabilizzazione innanzitutto sul piano energetico: le famiglie italiane che non riescono a pagare le bollette, case ipotecate, bolle immobiliari pronte ad implodere; sono tutti rischi più per noi che per i russi, che il gas ce l'hanno. 

L’esclusione della Russia dallo Swift, intesa come sanzione estrema nei confronti della Russia, può essere intesa dalla stessa come implicita dichiarazione di ostilità. 
Forse un serio confronto con la volontà popolare in occasione di un bivio della storia come quello che stiamo vivendo sarebbe dovuto, tenendo conto dei desideri di pace manifestati da migliaia persone.