"Today I exercised my power... to cancel the visa held by Mr Novak Djokovic on health and good order grounds, on the basis that it was in the public interest to do so"...

Così il ministro dell'Immigrazione del governo australiano, Alex Hawke, ha motivato l'annullamento del visto, per la seconda volta, al tennista serbo Novak Djokovic che adesso, oltre ad essere espulso dal Paese, rischia di non potervi rientrare se non dopo che siano trascorsi tre anni.

Sulla revoca del visto è intervenuto anche il primo ministro Scott Morrison che ha dichiarato che la decisione ha fatto seguito ad "un'attenta valutazione", facendo riferimento alle critiche che il suo governo ha dovuto affrontare per aver consentito al giocatore non vaccinato di entrare in Australia: "Gli australiani hanno fatto molti sacrifici durante questa pandemia e giustamente si aspettano che il risultato di quei sacrifici sia protetto".

Alla decisione del governo, arrivata a Melbourne nella serata di venerdì, Djokovic può ancora presentare appello. Il tennista serbo, che può rimanere nell'attuale sistemazione, incontrerà i funzionari dell'immigrazione nelle prossime ore.

Nella richiesta di visto per l'Australia, Djokovic aveva dichiarato di non aver viaggiato in altri Paesi nei precedenti 14 giorni: cosa non vera, visto che si era recato in Spagna, giustificata come errore di un suo collaboratore che aveva redatto il documento.

Djokovic ha anche ammesso di aver incontrato un giornalista e di aver fatto un servizio fotografico nonostante fosse consapevole di essere positivo al SARS-CoV-2.

Il nove volte vincitore degli Open d'Australia è il detentore del titolo dell'ultima edizione del torneo e in caso di vittoria nel 2022 diverrebbe il tennista ad aver conquistato più titoli nei tornei del Grande Slam.

Djokovic è stato inserito nel tabellone e al primo turno dovrebbe affrontare il connazionale Miomir Kecmanovic all'inizio della prossima settimana. In caso di espulsione, il suo posto andrà al giocatore russo Andrey Rublev.

Il governo australiano, tramite il suo rappresentante legale, ha chiarito che l'espulsione del tennista non sarà esecutiva fintanto che il suo appello non sarà discusso e dal tribunale non sarà presa una decisione in merito, anche se non è chiaro se Djokovic potrà o meno iniziare a disputare il torneo all'inizio della  prossima settimana.

Il team legale di Djokovic ha definito "palesemente irrazionale" la decisione del ministro dell'Immigrazione di annullare il visto. Citando un documento del governo per cui il visto è stato revocato, l'avvocato di Djokovic, Nicholas Wood, ha affermato che ciò è avvenuto non tanto perché sia ​​un pericolo per il pubblico, quanto perché la sua permanenza promuoverebbe nel Paese un consenso contro la campagna vaccinale.

Wood ha aggiunto che il ministro Hawke ha scelto di revocare il visto ad una persona di buona reputazione e di mettere in pericolo la sua carriera futura a causa dei suoi commenti contro le vaccinazioni che Djokovic aveva fatto nel 2020.

Nell'udienza di emergenza chiesta dai legali del tennista per bloccare la procedura di espulsione, il giudice ha stabilito che Djokovic dovrà essere interrogato dai funzionari dell'immigrazione alle 8 di sabato (ora locale), le 22 in Italia. Successivamente, potrà concordare la propria strategia difensiva con il suo legale nelle ore successive, fino alle 14 di sabato e di nuovo domenica mattina per l'udienza in tribunale.

Djokovic sarà considerato in stato di detenzione e i suoi spostamenti avverranno sotto il controllo dell'Australian Border Force. La causa sarà discussa alla Corte federale australiana.