Lunedì 28 agosto, il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha partecipato a Parigi, presso il Palazzo dell'Eliseo, ad un vertice a quattro dove erano presenti Francia, Germania, Italia e Spagna, rappresentati da i rispettivi capi di governo e di Stato.

Al vertice hanno partecipato anche la ministra degli esteri della commissione Ue Mogherini, ed i capi di stato Idriss Déby Itno (Ciad), Mahamadou Issoufou (Niger) e Fajez Al-Sarraj (Libia).

Alla fine, una conferenza stampa ed un comunicato ufficiale hanno illustrato il piano dell'Europa, se così vogliamo chiamarlo visto che erano solo quattro i paesi a rappresentarla, per fermare il flusso di migranti dall'Africa.

Nel documento pubblicato sono stati riassunti in cinque punti i piani di intervento: agire nei paesi di origine con politiche che prevengano le partenze e il rimpatrio di coloro che in Europa sono già arrivati; aiutare Niger e Ciad per contrastare le vie del traffico dei migranti, rafforzandone anche le misure di controllo ai confini e creando delle strutture di accoglienza lungo il percorso; in Libia bisogna poi continuare a fare quel che già si sta facendo, ma cercando di migliorare l'accoglienza ai migranti presenti nel Paese; stesso discorso per quanto riguarda i salvataggi in mare e l'accoglienza nei paesi europei: continuare con le attuali politiche; infine implementare una task force che collabori con le autorità di Libia, Ciad, Niger e, in aggiunta, anche del Mali. Da chi sia costituita questa task force nel documento non è stato specificato, ma in conferenza stampa, in base a quanto detto da Macron, parrebbe che sia formata non da burocrati ma da militari.

Cercando di sintetizzare quanto hanno deciso i quattro leader europei, a nome non si sa bene di chi se non dell'esclusivo interesse dei loro paesi (ma non esisteva un Unione europea?), il tutto si può riassumere nei termini seguenti.

A sud della Libia verrà costituita una "cintura" di controllo delle vie del traffico di migranti in Mali e, soprattutto, in Niger e Ciad... il Sudan al momento non è ritenuto un problema da quel punto di vista, anche in base al fatto che la situazione in quel paese è più "delicata" ed accordi politico militari sono difficilmente praticabili.

In questo modo si cerca di impedire ai migranti di arrivare in Libia. Per lavarsi la coscienza e poter utilizzare espressioni del tipo "rispetto dei diritti umani", i quattro leader europei hanno pensato bene di "sistemare" alla meno peggio le loro decisioni, parlando di politiche di supporto nei paesi di origine dei migranti per migliorare le loro condizioni di vita, coinvolgere le strutture ONU per identificare chi ha diritto ad esser considerato rifugiato, creare dei centri di assistenza e supporto lungo le rotte dei migranti per accogliere quelli che saranno fermati lungo in Ciad e Niger. Infine, tanto per non far mancar nulla alla loro ipocrisia, i quattro si sono pure complimentati con la Libia, aggiungendo che verrà fatto qualcosa per migliorare le condizioni dei centri di detenzione in quel paese.

Ecco che l'Europa, diciamo così, ha risolto il problema dei migranti, aumentando le risorse dei programmi di cooperazione e sviluppo in Africa che serviranno solo a consegnare del denaro in più a qualche organizzazione umanitaria e a qualche "ras" del luogo, e allo stesso tempo si dimenticheranno dei perseguitatti politici favorendo le dittature locali, con la complicità ipocrita dell'ONU.

Nel frattempo, Italia, Francia, Germania e Spagna (insieme a molti altri paesi del G20) continueranno a sfruttare le risorse economiche dell'Africa e a vendere armi a paesi che le utilizzeranno per rafforzare le proprie dittature.

Tutto nel pieno rispetto dei "diritti umani" cui le democrazie occidentali si appellano e senza avere più il fastidio di doversi preoccupare di dover gestire i migranti che arrivano sulle nostre coste.

Tutto è stato sistemato nel migliore dei modi... più o meno.