Quanto si può essere stati soddisfatti ad aver vissuto in Italia nel 2017? L'Istat ce lo fa sapere in un rapporto pubblicato questo mercoledì.

Nel 2017, la soddisfazione degli italiani per le condizioni di vita non mostra sostanziali segni di progresso rispetto al 2016, anno in cui si era registrato un piccolo miglioramento. Ma guardando i risultati degli ultimi anni, è evidente che dal 2011 ad oggi, la valutazione delle proprie condizioni di vita è considerata dagli italiani in peggioramento.

Ma in tempo di elezioni, quando anche il volo di una mosca potrebbe essere preso ad esempio per una valutazione di carattere politico, la prudenza nel valutare i dati non è mai troppa.

Così l'Istat parla di una complessiva conferma delle stime sulla percezione della situazione economica di famiglie e individui, in relazione all'anno appena trascorso. Il dato 2017, che è in calo dello 0,1% rispetto al 2016 (anno positivo) dove era cresciuto dello 0,2% rispetto al 2015, deve essere comunque giudicato stabile.

Per quanto possano valere gli zero virgola riportati nel rapporto, che ognuno può prendersi la briga di giudicare autonomamente, è comunque da segnalare un grafico, che illustra il livello di soddisfazione per la vita per classe di età, che meglio di altri ci dà un quadro esaustivo della situazione generale in Italia.

In quel grafico è lampante che chi giudica in maniera positiva la propria vita è chi ha un'età compresa tra i 14 e i 19 anni. Nel momento in cui aumenta il range dell'età della rilevazione, allora diminuisce drasticamente il grado di soddisfazione.

Che vorrà mai dire? Che nel momento in cui gli ex ragazzi, da adulti, si devono confrontare con la realtà del loro Paese cominciano a rendersi conto di dove realmente sono costretti a vivere e cominciano a capire che la "bellezza", tanto esaltata da alcuni, è costruita e cementata su disparità e ingiustizia.