Questo giovedì 5 si registrano altri morti sul lavoro. Tre lavoratori sono stati travolti dal crollo di un muro di contenimento in cemento armato, in un cantiere edile di Crotone. Uno è stato estratto vivo dalle macerie dai vigili del fuoco ed è stato ricoverato in gravi condizioni. Gli altri due, invece, sono deceduti.

Le loro morti vanno ad aggiungersi a quelle di un triste elenco che, da gennaio di quest'anno, registra già 153 persone decedute sul luogo di lavoro, molte di più rispetto ai 113 nello stesso periodo del 2017, secondo quanto riportato dall'Osservatorio indipendente di Bologna, che nello stilare il proprio rapporto tiene in considerazione anche quei lavoratori che per legge non devono iscriversi all’Inail, i pensionati che lavorano (ad esempio in campagna) e, ovviamente, tutti i lavoratori in nero. Un trend, confermato comunque anche dai dati dell'Inail, in crescita negli ultimi due anni.

La regione in testa a questa triste classifica è il Veneto, con 20 morti, segue la Lombardia e poi il Piemonte. Milano, con 8 decessi, è invece la provincia con più morti sul lavoro, seguita da Treviso e Verona con 7. Nel 2018, secondo l'Osservatorio, i morti nei luoghi di lavoro sono stati 632.

Nei dati riassuntivi del 2017, il 20% delle vittime sono agricoltori schiacciati dal trattore. Ma coloro che più di tutti sono a rischio sono gli edili, a causa di cadute dall’alto (tetti e impalcature). Gli stranieri morti sono stati oltre il 10% del totale, mentre il 25% delle vittime ha più di 60 anni.

Secondo i dati dell’Inail, oltre agli incidenti mortali - dal 2000 al 2016 si erano dimezzati - crescono anche gli infortuni sul lavoro: tra gennaio a luglio dello scorso anno le denunce sono state circa 380mila. 4.750 in più rispetto al 2016, con un incremento dell’1,3 percento.