È iniziata in Senato la discussione in Commissione Bilancio del decreto di correzione dei conti pubblici, la cosiddetta manovrina approvata in prima lettura a Montecitorio la scorsa settimana.

Essendo identificato come manvra, il testo è stato riempito anche di provvedimenti che poco o nulla hanno a che fare con la risistemazione dei conti e molto con la risistemazione delle cose rimaste in sospeso... come ad esempio le norme riguardanti la Ryder Cup.

Tra questi è stato aggiunto anche un provvedimento che riguarda il ripristino, sotto altro nome e con qualche limitazione in più, dei vecchi voucher. Un po' troppo per i parlamentari di Articolo 1 - MDP che dal PD se ne sono andati proprio perché stanchi di certi giochetti.

Quindi, già alla Camera, gli ex PD hanno deciso di non votare la manovra correttiva voluta da Bruxelles, uscendo dall'aula. Al Senato, nel caso venisse riproposto lo stesso testo, il risultato sarebbe identico. Però, in questo caso, le conseguenze potrebbero essere diverse per due motivi. Il primo dovuto al fatto che i voti MDP al Senato sono decisivi, ed il secondo che le modalità di voto del Senato prevedono di considerare l'astensione come voto contrario.

Inoltre, i numeri al Senato della maggioranza sono a rischio anche in base a quanto farà l'UDC, che alla Camera aveva deciso per l'astensione. La stessa decisione al Senato potrebbe impedire all'attuale maggioranza, in caso di voto di fiducia, di riuscire ad avere i numeri per l'approvazione, a meno di interventi dell'ultimo momento a supporto del governo da parte di Forza Italia.

E non sarebbe da meravigliarsi di un simile colpo di scena. Infatti, la legge elettorale in votazine alla Camera è stata ritagliata ad hoc per consentire nella prossima legislatura un governo tra PD e FI. Quindi, un aiuto al Senato dei parlamentari di Berlusconi sarebbe solo un'anteprima di quanto accadrà tra qualche mese.

Per quanto riguarda i tempi di approvazione della nuva manovra imposta da Bruxelles, la commissione Bilancio del Senato ha fissato per venerdì la data di scadenza per la presentazione degli emendamenti. Però, essendo stato blindato dalla fiducia della Camera, il testo non dovrebbe subire modifiche e dovrebbe pertanto arrivare in Aula a Palazzo Madama già la prossima settimana, tra mercoledì 14 e giovedì 15. A quel punto vedremo se la legislatura potrà continuare o meno.