L'atteggiamento è quello del gioco, dell'innovazione musicale, con uno sguardo rivolto alla destrutturazione sonora e naturalmente (per loro) all'improvvisazione.

Inizia cercando il suo posto nel mondo jazzistico e non solo, il nuovo album omonimo dei PITH, ovvero Andrea Bazzicalupo (chitarra), Jean-Marc Baccarini (sassofoni),Michele Anelli (contrabbasso) e Lorenzo Capello (batteria & percussioni). 

Procedendo lungo le vie della ricerca dei nuovi linguaggi della composizione, come in 'Folding Orange Episode', i PITH agganciano il filo illogico del sassofono di Baccarini per ritrovare il loro baricentro nel caos di 'Annissim', per approdare al singolo 'Like Drops', in cui si placano, si riappacificano con il mondo, si rasserenano. Lo si nota soprattutto nella parte ritmica in cui la batteria di Capello è una delizia. 

In 'Nina' i sassofoni procedono quatti per poi accelerare il passo, seguito dalla batteria. Un quadro cupo (che torna in 'I fixed my eyes with your eyes') su cui il contrabbasso di Anelli e la sibilante chitarra di Bazzicalupo sfoggiano maestria come in 'Mirrored', in cui chitarra e sassofono si rispecchiano, per l'appunto. Istrionici in 'Rivolta' ronzanti, gershwiniani. 

Inquieti in 'Quand bien même' , evocando 'Daydreaming' degli ultimi Radiohead. Mentre Capello si sbizzarrisce in 'With Drums' svolazzando sulla sua batteria, mentre gli altri compagni di viaggio gli lasciano lo spazio per... spaziare. 

Chiude l'album PITH, 'Music for Rojava',  timida e romantica , malinconica e con un taglio world in ricordo dei siriani e della loro lotta per la libertà.