Il Governo e la maggioranza (o presunta tale) con 214 sì, 61 no e 2 astenuti, hanno ottenuto dal Senato il via libera definitivo alla nuova legge elettorale con cui gli italiani saranno chiamati a votare alle prossime politiche. Legge che è passata con tre voti di fiducia alla Camera e cinque al Senato. L'ultimo scoglio, ma solo teorico, è rappresentato dalla firma di convalida dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella che verrà apposta sul testo nei prossimi giorni, se non addrittura nelle prossime ore.

In seguito alla fiducia apposta al Senato su questa legge, Mdp si è presentato al Quirinale per informare che il gruppo non fa più parte della maggioranza di Governo. La legge, così, ha superato i voti di fiducia sui singoli articoli che la compongono grazie all'appoggio dei verdiniani del gruppo Ala.

Il testo della legge redatto da Ettore Rosato è stato approvato nell'ultimo voto da Pd, Forza Italia, Ap e Lega. M5S, Mdp, Sinistra italiana e Fdi si sono espressi a sfavore.

Della nuova legge elettorale Rosato o Rosatellum che sia, oltre alla modalità con cui è stata approvata - la fiduca è un aspetto irrituale oltre che logicamente antidemocratico - è il contenuto a lasciare perplessi.

Questa legge non è per il proporzionale (teoricamente) e neppure per il maggioritario. Ci sono i collegi uninominali e al tempo stesso le coalizioni... insomma è un pastrocchio, né carne né pesce, che garantisce solo ai segretari di partito di eleggere in Parlamento i loro capibastone. Tutto il resto, dalla governabilità alla rappresentatività è fuffa.

Col 40% dei seggi nel proporzionale, per raggiungere i 316 seggi della maggioranza alla Camera, una coalizione dovrebbe conquistare il 70% dei collegi maggioritari. Un obiettivo impossibile da raggiungere in un sistema multipolare. Le cose non cambierebbero neppure con percentuali più alte. Col 45% dei seggi nel proporzionale bisognerebbe conquistare il 65% dei collegi maggioritari.

Queste le considerazioni dei tecnici che si occupano di sistemi elettorali, ma che si possono allargare anche a chi volesse fare qualche calcolo matematico utilizzando come base le ultime rilevazioni sulle intenzioni di voto degli italiani, ipotizzando scenari con o senza alleanze tra partiti di destra e di sinistra.

Quindi, se una tale legge che non garantisce né governabilità né stabilità è stata approvata, dando per scontato che chi ha promosso tutto questo non sia diventato di colpo un perfetto idiota, è logico supporre che la finalità è quella di un accordo politico già scritto che nella prosima legislatura prevederà un governo di coalizione tra Forza Italia e Partito Democratico, con qualche "cespuglio" a contorno.

Niente governabilità e, soprattutto, niente rappresentanza diretta per gli elettori. Se questo non bastasse, è necessario aggiungere che già nei prossimi giorni ci verrà detto che tutto ciò è colpa di Bersani che non ha vinto le elezioni e che di più non si poteva fare. Naturalmente, per responsabilità, tra qualche tempo ci verrà pure detto che il prossimo governo non potrà prescindere da un accordo tra Pd e Forza Italia... e non meravigliamoci se poi Denis Verdini sarà anche nominato ministro, magari della Giustizia!