In clima di pre-campagna elettorale anche l'Istat adegua la propria comunicazione. Così il termine "calo" viene abolito e sostituito dai puri e semplici dati. Sebbene questo possa essere utile per limitarne l'impatto mediatico, il dato negativo rimane.

Il dato macroeconomico pubblicato oggi dal nostro istituto di statistica è relativo alla fiducia di imprese e consumatori a novembre 2017, in calo rispetto ad ottobre, che passa, per quanto riguarda i consumatori da 116 a 114,3, mentre quello delle imprese diminuisce di soli 3 decimali di punto, passando da 109,1 a 108,8.


Per quanto riguarda i consumatori, il calo riguarda tutte le componenti: la componente economica e quella futura passano, rispettivamente, da 143,3 a 139,2 e da 121,6 a 119,8, facendo registrare un calo nettamente deciso. Più attenuato, invece, il calo per la componente personale (da 105,9 a 105,7) e quella corrente (da 111,5 a 110,1).

Per gli italiani il futuro non appare per nulla roseo sia per quanto riguarda la situazione economica del paese e ancor meno per quanto riguarda l'occupazione e, di pari passo, i giudizi sulla situazione economica della famiglia sono in peggioramento, mentre le aspettative sono in aumento.


Più eterogeneo, in base ai settori di appartenenza, il giudizio delle imprese su cosa aspettarsi in futuro. Così, il clima di fiducia rimane sostanzialmente stabile nel settore manifatturiero (da 110,9 a 110,8), aumenta nelle costruzioni e nei servizi passando, rispettivamente, da 130,3 a 132,1 e da 107,7 a 108,2. Invece, il commercio al dettaglio registra una netta diminuzione da 113,2 a 110.

Nel comparto manifatturiero continua la fiducia sull'andamento positivo degli ordini, mentre le attese sulla produzione registrano un lieve calo, ma va anche sottolineato che le scorte di magazzino sono giudicate in accumulo. Nel settore delle costruzioni, l'aumento dell'indice è trainato da un miglioramento dei giudizi sugli ordini in presenza di aspettative sull'occupazione sostanzialmente stabili.

Per quanto riguarda i servizi, l'incremento dell'indice di fiducia riflette un generale miglioramento di tutte le sue componenti. Nel commercio al dettaglio si registra un peggioramento sia dei giudizi sulle vendite correnti sia delle aspettative sulle vendite future. Anche in questo settore le scorte di magazzino sono giudicate in accumulo.