"Quindi, per prima cosa.
Le Forze Armate d'Europa come upgrade della NATO.
Secondo. Una politica estera europea comune.
Terzo. Un livello di cooperazione europea che Washington deve prendere sul serio.
Quarto. Diritto internazionale.
E quinto, continuare a fare pressione sulla Russia, perché è questa pressione a garantire la pace, non le parole di Putin, non solo qualche documento.
Putin mente. È prevedibile. Ed è debole.Dobbiamo usarlo ora, non dopo. E dobbiamo agire come Europa e non come un gruppo di persone separate. Alcuni sostengono che il nuovo anno non arrivi il 1° gennaio, bensì con la Conferenza sulla sicurezza di Monaco.Questo nuovo anno inizia ora, e che sia l'anno dell'Europa, unita, forte, sicura e in pace. Pace per l'Ucraina. Pace per l'Europa. Pace per tutto il mondo. Per tutte le vostre famiglie. Grazie mille! Gloria all'Ucraina!"

Questa la conclusione del discorso odierno di Zelensky a Monaco, in cui il presidente ucraino ha riassunto i temi che hanno caratterizzato il suo intervento alla Conferenza sulla Sicurezza.

Quello di Zelensky è stato un discorso vibrante  che ha catalizzato l'attenzione sui temi cruciali della sicurezza europea e della risposta all'aggressione russa, tracciando una roadmap per un'Europa autonoma, unita e militarmente resiliente, ponendo l'accento sulla necessità di un esercito europeo e di una politica estera comune.  

L'intervento si è aperto con un richiamo all'attacco russo alla centrale nucleare di Chernobyl, avvenuto alla vigilia della Conferenza. Un drone “Shahed” modificato, di fabbricazione iraniana, ha colpito il sarcofago che proteggeva il reattore danneggiato, rilasciando materiale radioattivo. Questo attacco, definito "profondamente simbolico", secondo Zelensky riflette la strategia di Mosca nel voler minacciare infrastrutture critiche per destabilizzare l'Ucraina, nonostante i tentativi del paese di potenziare la propria sicurezza energetica con progetti come l'espansione della centrale di Khmelnytskyi, realizzata con partner americani ed europei.  

Nonostante gli attacchi quotidiani con droni e missili, l'Ucraina ha resistito, diventando un baluardo contro l'avanzata russa. Tuttavia, il discorso ha messo in guardia sui piani di Mosca: 150.000 nuovi soldati entro l'anno, esercitazioni in Bielorussia (che confina con tre Paesi NATO) e il rischio di provocazioni ai danni delle nazioni dell'Europa orientale. La Bielorussia, descritta ormai come una delle tante province russe, ospita armamenti vietati, inclusi missili a medio raggio e testate nucleari, rappresentando una minaccia diretta alla sicurezza continentale.  

Il nocciolo del messaggio è l'invito ai Paesi dell'Ue a creare Forze Armate Europee, non come alternativa alla NATO, ma come complemento essenziale all'Alleanza atlantica. "Il denaro da solo non ha fermato l'invasione", ha sottolineato il presidente ucraino, evidenziando la necessità di cooperazione industriale (come il modello danese per la produzione di droni) e di un'unione politica. L'Ucraina, con la sua esperienza sul campo, ha offerto competenze uniche: nel 2023 ha prodotto 1,5 milioni di droni, diventando un leader globale nella guerra tecnologica.  

Il discorso ha criticato la dipendenza storica dall'America, citando le parole del vicepresidente USA su un "nuovo corso" nei rapporti transatlantici. Per essere presa sul serio, l'Europa dovrà parlare con una sola voce, evitando che decisioni cruciali vengano negoziate da altri (come i tentativi di Putin di dialogare direttamente con Washington). "Se non Bruxelles, allora Mosca", ha fatto presente Zelensky, enfatizzando che solo un'Europa coesa potrà contrastare le mire espansionistiche russe.  

La pace non può essere affidata alle promesse di Putin, definito "prevedibile e debole", ma richiede garanzie concrete, come un "confine di sicurezza" lungo i limiti orientali di Ucraina, Bielorussia, Paesi Baltici e Finlandia, basato sul diritto internazionale. Senza una pressione collettiva, la Russia continuerà a usare la guerra come strumento di controllo interno, esportando instabilità per le altre nazioni.  

Il discorso si è chiuso con un appello all'azione: il 2025 dovrà essere l'anno di un'Europa "unita, forte e in pace". L'incontro proposto a Kiev per il 24 febbraio, anniversario dell'invasione russa, dovrà definire una visione condivisa su sicurezza e cooperazione. "Se non noi, chi fermerà la Russia?", ha chiesto retoricamente Zelensky, ricordando che l'Ucraina sta combattendo anche per il futuro europeo.

La strada è tracciata: unità, investimenti militari congiunti e una diplomazia coerente, perché "il potere dell'Europa dipende dalla sua capacità di decidere autonomamente" e solo un'Europa sovrana e coraggiosa può garantire la pace.