In una puntata di Servizio Pubblico del 19 aprile 2012, Matteo Renzi, allora sindaco di Firenze, auspicava che il Partito Democratico, una volta andato al Governo, uscisse dalla governance delle controllate come Finmeccanica o Rai.

Mai auspicio fu più disatteso. Le nomine nelle aziende controllate dallo Stato da quando Renzi è al Governo sono state fatte in base a criteri di garanzia politica oltre che di garanzia manageriale. E per quanto riguarda la Rai, è stata varata una riforma che toglie sì i partiti dall'azienda, ma non tutti, lasciandone il controllo solo a quelli di Governo, con il tramite dell'amministratore delegato che nella nuova Rai avrà ampi poteri e molta più autonomia e che sarà nominato direttamente dal Governo e dei membri del CdA, nominati dal Parlamento!


E adesso che la nuova Rai muove i primi passi, si vedono i primi risultati. L'ad, il renziano Campo Dall'Orto, assiduo frequentatore di Leopolde, inizia a dar seguito ai desiderata di Renzi, in funzione anche delle esigenze politiche future che sono concentrate, tutte, nel prossimo referendum consultivo sulla proposta di riforma costituzionale che verrà votato in autunno.

È indispensabile che l'informazione Rai sia allineata ai desiderata del Governo. Il TG1 e il TG2 offrono sufficienti garanzie a Renzi, ma non il TG3, quindi è necessario  cambiarne la linea editoriale sostituendone il direttore.

In base alle indiscrezioni, questi dovrebbero essere i nuovi direttori dei TG Rai: Mario Orfeo rimane al suo posto al TG1, Ida Colucci sostituirà Masi al TG2, mentre Luca Mazzà sostituirà Bianca Berlinguer al TG3.

Interessante ed istruttiva la ricostruzione della  vicenda fatta da Enrico Mentana: «Questa storia del cambio di direttori nei tg Rai è tristissima e pacchiana insieme. È chiaro che l'obiettivo era rimuovere Bianca Berlinguer dal tg3. Ed è chiaro che i top manager Rai questo obiettivo proprio non se lo erano prefisso, tanto è vero che poche settimane fa sono stati presentati i palinsesti della nuova stagione, senza tenere conto di un possibile spazio "risarcitorio" per lei. Insomma, l'ordine è venuto improvviso e da fuori. In vista del referendum? Direi proprio di... sì. Ma per non farla troppo evidente si è pensato di non sostituire solo lei. Quindi via anche Masi dal tg2, così, per compagnia, per dimostrare alla Commissione di Vigilanza che non è un fatto personale, e politico. Una foglia di Fico, insomma. Quelli dell'opposizione strepiteranno per il colpo contro i sostenitori del no referendario, quelli della maggioranza diranno che la Berlinguer era lì da 7 anni e cambiarla non è un delitto, e nessuno si filerà il povero Masi, danno collaterale di una guerra politica, che conferma al di là di ogni sarcasmo che tutti noi paghiamo la Rai nella bolletta della luce, ma le mani sull'interruttore sono sempre le stesse».

Ma forse Mentana pecca di ottimismo, perché presumibilmente anche il TG2 non è stato così governativo come il Governo si sarebbe atteso. Lo dimostra questa dichiarazione di Roberto Fico sulla distribuzione dei tempi che l'informazione pubblica ha riservato ai sostenitori del Sì e a quelli del No: «Vi do qualche dato aggiornato sul pluralismo dell’informazione in tema di referendum costituzionale.
Periodo 16 giugno – 15 luglio:

Tg1: Sì 60,9%, No 36,0%, Neutro 2,2%
Tg2: Sì 49,7%, No 49,3%, Neutro 1%
Tg3: Sì 39,8%, No 39,8%, Neutro 20,5%
Rainews: Sì 51,7%, No 33,5%, Neutro 14,8%.

Bisogna considerare che questi sono i dati ufficiali Agcom sul tempo di parola, mancano quelli sul tempo di notizia, che è il parametro su cui si erano registrate le violazioni più gravi ed eclatanti».

Naturalmente, le nomine saranno poi votate dal CdA, nominato dal Parlamento (con i membri che ne rispecchiano la rappresentanza elettorale). E se qualcuno pensa che tutto non sia già stato deciso, gli sarà sufficiente leggere quanto ha dichiarato Franco Siddi, membro CdA in quota PD, in un'intervista pubblicata su tiscali.it: «Vorrei precisare che le nomine avvengono su proposta del direttore generale e che verranno presentate a noi del cda soltanto giovedì. Mercoledì 3 agosto si discuterà l’avanzamento del piano dell’offerta informativa, in attesa di fissare i compiti e la missione della nuova Rai. Giovedì discuteremo di nomine. [...] Di Bianca Berlinguer ho grande stima. Anzi, grandissima. È una giornalista di carattere ed è patrimonio della Rai, di cui è una eccellenza. Credo che avrà un suo posto, una sua ricollocazione. In queste ore potrebbe essere stata convocata dal direttore generale per parlarne».

Più chiaro di così!