Tra le storie più incredibili e più inquietanti ci sono sicuramente quelle sui fantasmi, sugli spettri che si aggirano nei castelli, sono incredibili perchè attingono alla parte oscura della tradizione popolare e inquietanti perchè alla base ci sono spesso crimini e delitti apparentemente inspiegabili e assurdi. Tra queste storie in Italia ce ne è una che senza dubbio è la più incredibile e la più inquietante, un mito che ha resistito al tempo ed alla concorrenza di altri misteri. Sto parlando della leggenda di Azzurrina, lo spettro del castello di Montebello (da Storie Inspiegabili)

Dal punto di vista della narrativa, alcune storie, come questa, sembrano scriversi da sole, sono racconti che, per una serie di motivi, colpiscono di più l’immaginazione di chi le ascolta, creano più suggestioni, non sono necessariamente più belle di altre, semplicemente attirano più l’attenzione e ci sono decine tra versioni di racconti, indagini di Ghost Hunters, documentari, servizi televisivi che lo dimostrano; sono passati quasi settecento anni e la leggenda non accenna a perdere il suo fascino.

E siamo qui a raccontarla. 

Siamo nella seconda metà del XIV secolo e nel castello di Montebello di Torriana a pochi chilometri da Rimini vive Guendalina, una bambina che ha appena 5 o 6, figlia del feudatario Ugolinuccio Malatesta, conte di Montebello.

Guendalina nacque nel dicembre del 1375, almeno così riporta il registro dell’archivio del castello di Montebello e i racconti popolari tramandano che il nome fosse stato scelto da un certo Gael Duggan, un irlandese che era giunto al castello su volere di Papa Urbano VI, come musico di corte.

Gael, vedendo il candore della piccola nata coi capelli biondi suggerì Guendelina che nella sua lingua natale significa “bambina con le ciglia bianche”, il nome sembrò appropriato e fu solo modificato in Guendalina.

La bambina cresceva, ma i capelli che alla nascita sembravano di un colore biondo chiaro in realtà erano bianchi e gli occhi erano azzurro chiaro: Guendalina era albina, ma in quell’epoca le credenze popolari sulla magia nera e l’ignoranza determinavano le leggi, per cui per proteggerla, o nasconderla, i genitori decisero di tingerle i capelli.

Al tempo, a causa della superstizione popolare che trattava le diversità come eventi di natura diabolica, l’essere albini poteva essere sinonimo di stregoneria, ma anche simbolo di sventura, da qui la scelta dei genitori di Guendalina di nasconderla al popolo.

Purtroppo tingerle i capelli non fu sufficiente, perchè la pigmentazione del colore vegetale mal si legava con la natura del capello albino, per cui non riusciva a trattenere il colore nero, ma lo tramutava in un azzurro spento, da qui il nome che è passato alla storia.

Uguccione non dava ascolto a chi lo consigliava di disfarsi della bambina, era un padre amorevole, preoccupato per la sorte della figlia e temeva che potesse accaderle qualcosa di brutto proprio per quel suo aspetto non comune.

Per questo motivo la famiglia decise di far sorvegliare sempre la bimba da due guardie, Domenico e Ruggero e non la faceva mai uscire di casa, probabilmente per proteggerla dalle dicerie e dai pregiudizi popolari.

La leggenda narra che il 21 giugno del 1375, mentre il padre era fuori in battaglia, Azzurrina, sempre sorvegliata dai due armigeri, stesse giocando nel castello con una palla di stracci mentre fuori infuriava un temporale. 

Secondo quanto riportato delle guardie, la bambina stava inseguendo la palla caduta dalla scala all’interno della ghiacciaia sotterranea, quando improvvisamente sentirono un urlo e poi un silenzio inquietante.

Le guardie sarebbero accorse nel locale entrando dall’unico ingresso, ma non trovarono traccia né della bambina né della palla, e il suo corpo non sarebbe stato mai più ritrovato. 

Il temporale cessò con la scomparsa di Azzurrina.

Una leggenda più recente vuole che il fantasma della bambina sia ancora nel castello e che torni a farsi sentire ogni cinque anni, in concomitanza con il  solstizio d'estate.

Siamo nel 1990, il Castello è da poco stato aperto al pubblico e il 21 giugno alcuni tecnici del suono che conoscono la leggenda effettuano delle registrazioni con sofisticate apparecchiature, poi in studio si procede all’ascolto e si sentono tuoni, uno scrosciare violento di pioggia, e per ultimo uno strano suono.

Dopo questo episodio si continua a registrare e si aggiungono altri suoni ed altre immagini negli anni successivi, così le ricerche continuano.

Dopo aver ricevuto numerosi rifiuti di ascoltare il materiale, il CICAP (Comitato Italiano per il controllo delle affermazioni sulle pseudoscienze), il 21 giugno del 2010 effettuò alcune registrazioni in proprio ma non trovò alcun riscontro…

Probabilmente Azzurrina si sarà limitata a dare una sbirciatina in silenzio, con la curiosità infantile dei suoi anni.