"Per la prima volta nella sua storia Alitalia collegherà l’Italia alle Maldive con voli di linea plurisettimanali diretti. La nuova tratta, che sarà operativa dal prossimo 31 ottobre, prevede tre voli alla settimana fino al 24 marzo 2018 tra Roma e Malé.
Questa è la quinta nuova destinazione di lungo raggio lanciata da Alitalia dallo scorso anno – dopo Santiago del Cile, Città del Messico, Pechino e L’Avana – e rappresenta un importante investimento che mira a rafforzare la presenza della Compagnia italiana sulle rotte del turismo da e per l’Oceano Indiano."

Questo è l'ultimo comunicato pubblicato sul sito Corporate di Alitalia. Al momento, da parte della compagnia di bandiera, non vi è alcuna dichiarazione ufficiale relativa all'esito del referendum che ha visto i dipendenti Alitalia bocciare l'accordo tra sindacato e azienda, a cui avrebbe dovuto seguire - nel caso di esito favorevole - un'iniezione di capitale dei soci azionisti che avrebbe dovuto sostenere il piano industriale per il rilancio dell'azienda.

I dipendenti hanno votato fino alle 16 di ieri e dopo lo scrutinio dei voti, relativo a circa il 90% degli aventi diritto, è risultato voincente il "NO" al preaccordo dl 14 aprile con 6.816 voti contro i 3.206 del SI.

L'ulitma dichiarazione del Governo risale al 22 aprile. In quell'occasione è stato comunicato dal presidente del Consiglio Gentiloni che «mentre è in corso la consultazione sul pre-accordo raggiunto tra Alitalia e sindacati, sento il dovere di ricordare a tutti la gravità della situazione in cui ci troviamo. Alitalia è una azienda privata. Di fronte alle sue perduranti e serie difficoltà il governo ha incoraggiato gli azionisti italiani e stranieri a impegnarsi in un nuovo piano industriale e in una forte ricapitalizzazione della società. So bene che ai dipendenti vengono chiesti sacrifici, ma so che senza l'intesa sul nuovo piano industriale l'Alitalia non potrà sopravvivere.»

La stessa posizione, ieri, veniva ribadita dal ministro delle Infrastrutture Delrio che aveva escluso, in caso di esito negativo, un qualsiasi intervento di salvataggio da parte del Governo.

A questo punto, a meno di altri ripensamenti da parte dei soci, si dovrà riunire il CdA per chiedere il commissariamento della società. Il commissario cercherà di vendere l'azienda. Senza acquirenti non resterà che portare, di nuovo, i libri in tribunale per decretare il fallimento di Alitalia.

Da ricordare che il piano industriale bocciato dai dipendenti era stato sviluppato unilateralmente dall'azienda e prevedeva soprattutto un piano di tagli sul personale e sui costi di gestione. Queste erano le uniche certezze del piano. Per quanto riguarda gli aspetti relativi allo sviluppo ed al rilancio della compagnia, con la conseguente possibilità di iniziare finalmente a guadagnare, invece erano state fatte solo vaghe promesse.