«Il reddito di cittadinanza - ha detto Luigi Di Maio - sarà erogato su una carta che garantisce tracciabilità. Così si impedisce l'evasione e le spese immorali.

Permette di utilizzare i soldi per assicurare la sopravvivenza dell'individuo. È chiaro che se compri un gratta o vinci o le sigarette o  acquisti dei beni non di prima necessità la carta non funziona. Il reddito è disabilitato in alcuni negozi.

L'obiettivo è di spenderlo sul suolo italiano per iniettare nell'economia 10 miliardi di euro l'anno. Tutti gioveranno del reddito, compreso il destinatario. Quando arriva l'offerta di lavoro chi l'accetta perde il reddito. E se non l'accetta, perde il reddito.»

Ogni giorno che passa sembrano delinearsi i confini della manovra. Confini in parte imposti dai mercati e dagli accordi europei, in parte dagli stessi autori della manovra, come dimostra il virgolettato sopra riportato di Luigi Di Maio.

Il reddito di cittadinanza non è, in realtà, un vero e prorpio reddito di cittadinanza e non contribuisce a ridisegnare un sistema che possa rivoluzionare lavoro e welfare, alla luce anche dei mutamenti che dovuti al progressivo espandersi dell'automazione, con i robot che cancelleranno molte tipologie di lavoro in tutti i settori produttivi. Adesso sappiamo che non contribuirà neppure, se non marginalmente, a favorire la crescita.

Dare dei soldi alle persone per poi dire loro questi li puoi spendere solo come ti dico io è una follia che certo non contribuirà a supportare una crescita del mercato interno. Sicuramente se ne potrà avvantaggiare la grande distribuzione, non certo i piccoli imprenditori.

L'unico aspetto realmente positivo del reddito dei 5 Stelle era la possibilità di rilanciare i consumi interni. Ma questo non sarà possibile. Sarà interessante leggere la lista dettagliata di ciò che, dall'alto della sua generosità, Luigi Di Maio riterrà esser morale o meno poter acquistare da parte di chi sarà "munificato" dalla concessione del reddito.

Probabilmente, però, una pizzeria non vedrà aumentare i propri clienti nonostante aumenti la platea di persone in possesso di un reddito. E questo, secondo Di Maio, sarebbe iniettare dei miliardi di euro nell'economia italiana?

Visto che quello proposto dai 5 Stelle un reddito di cittadinanza non è, perché allora non chiamarlo reddito di regime?