Non si leggerà mai un titolo simile: terrorista israeliano uccide quattro palestinesi. Non perché ciò non accada non sia accaduto o non accadrà, ma semplicemente perché l'israeliano sarà definito colono, soldato o altro.

Il termine terrorista, invece, è utilizzabile per un arabo israeliano. Evidentemente, tale definizione dipende anche dal modo con cui un gesto violento viene effettuato. Per gli israeliani è molto semplice utilizzare un arma da fuoco. Meno facile procurarsi armi per i palestinesi e gli arabi israeliani, cioè coloro che sono costretti a vivere nei territori occupati.

Ieri un arabo israeliano, alla guida di un camion ha travolto a Gerusalemme  quattro giovani soldati israeliani mentre scendevano da un autobus di ritorno da un addestramento e ne ha feriti altri 13, di cui tre in modo molto grave. Un gesto violento a seguito del quale Fadi al-Qundar, 28 anni, di Jabel Mukaber (Gerusalemme est) è stato ucciso. Di seguito il video dell'attentato

Il governo israeliano ha definito il giovane come terrorista e lo ha anche etichettato come simpatizzante dell'Isis. Le autorità israeliane hanno poi deciso che la casa della famiglia di Qundar venga distrutta. Inoltre, la polizia israeliana avrebbe arrestato nove persone, di cui cinque sono membri della famiglia Qundar.

Naturalmente, il fatto ha contribuito a dare ossigeno alla destra oltranzista israeliana che supporta il governo Netanyahu, tra l'altro in difficoltà per un'inchiesta che lo vedrebbe indagato per corruzione.

Per capire il contesto che ha portato Fadi al-Qundar ad attentare alla vita di soldati israeliani può essere utile ricordare che, come rende noto il giornale israeliano Haaretz, nei primi giorni del 2017 Israele ha demolito le case di 151 palestinesi, un numero di quattro volte superiore rispetto alla media dello scorso anno.

Negli ultimi 15 mesi, come riporta Il Fatto Quotidiano, negli attacchi condotti da palestinesi sono stati uccisi almeno 37 israeliani e due americani. Nello stesso periodo, sono stati 231 i palestinesi uccisi in violenze in Israele, Cisgiordania e Striscia di Gaza. Lo Stato ebraico afferma che almeno 157 di essi fossero assalitori che agivano da soli, mentre altri siano morti in scontri e proteste.

Infine, l'agenzia NENA News riporta uno studio dell’organizzazione non governativa “Defence for Children International-Palestine” (DCIP) pubblicato la scorsa settimana in cui si afferma che sono 31 i giovani palestinesi uccisi dall’esercito israeliano nel 2016. Morti per cui le autorità israeliane non hanno mai accusato nessun soldato.