Notiamo che la Pasqua ebraica è la festa ebraica celebrata in famiglia in primavera al tempo della luna piena di marzo e che ricorda l’esodo dall’Egitto (Es 12,1-28; Dt 16,1-8). Nel pomeriggio del 14 di Nisan, venivano sacrificati gli agnelli pasquali; la stessa sera, nella cena pasquale, si mangiava pane non lievitato con agnello arrostito.

Che sia stata una cena pasquale (secondo i Sinottici), oppure no (secondo Giovanni), l’Ultima Cena, seguita il giorno dopo dalla crocifissione di Gesù e poi dalla sua risurrezione, coincise comunque con la Pasqua ebraica e con la festa ad essa collegata dei pani azzimi che durava una settimana (Mc 14,1-2.12-16). Di qui i cristiani compresero molto presto che la morte e la risurrezione di Gesù avevano portato a compimento l’esodo originale e la memoria che ne faceva la Pasqua ebraica. Gesù fu visto come l’Agnello pasquale il cui sacrificio liberatore tolse il peccato del mondo (Gv 1,29; 1 Cor 5,7).[1]

Pasqua (gr. Diabais) cattolica invece, è la festa più antica e più importante dell’anno cristiano in cui si celebra la risurrezione di Gesù Cristo dai morti. Inizialmente, a quanto pare, veniva celebrata ogni domenica, mentre i Giudeo-cristiani continuavano ad osservare la Pasqua ebraica. Questo era destinato a creare un contrasto, in quanto il messaggio cristiano proclamava che la liberazione d’Israele dall’Egitto era ormai superata e sostituita dalla risurrezione di Cristo (1 Cor 5,7).

La prassi di stabilire un giorno speciale per celebrare annualmente la risurrezione di Cristo portò ad una controversia tra i cristiani dell’Asia Minore che celebravano la festa nel giorno stesso in cui cadeva la Pasqua ebraica (14 di Nisan, detti perciò “quartodecimani”) e gli altri cristiani che la celebravano la domenica seguente. Queste controversie esistono tuttora. Gli Ortodossi, anche dopo aver accettato la riforma gregoriana del calendario, continuano però a seguire il calendario giuliano per la festa di Pasqua. Il recente sviluppo ecumenico ha tuttavia prodotto un accordo tra i Cattolici d’Oriente e gli Ortodossi sulla data della Pasqua ogni quattro anni. Nel calendario gregoriano, la data di Pasqua varia tra il 21 marzo e il 25 aprile.[2] 

Teniamo presente che nella filosofia aristotelica, in quanto applicato all’essere contingente e in contrasto con l’agire, il termine “passione” (lat. “soffrire”) significa l’essere cambiato. Nella terminologia cristiana, per “Passione” si intendono le sofferenze e la crocifissione che Gesù subì per la nostra salvezza (cf. 1 Pt 2,21-25). Infatti, i quattro Vangeli terminano tutti con un racconto dettagliato della sua passione (cf. Mt 26-27; Mc 14-15; Lc 22-23; Gv 18-19). La domenica delle Palme si legge il racconto della Passione di uno dei Sinottici, e il Venerdì Santo dal Vangelo di Giovanni.[3] 

sac. dott. Gregorio Lydek - ks. prof. dr Grzegorz Lydek
 

[1] Cf. Pasqua,  Risurrezione - Settimana Santa.
[2] Cf. Calendario gregoriano; Mistero pasquale; Pasqua ebraica; Risurrezione.
[3] Cf.  Redenzione, Riscatto – Salvezza - Settimana Santa.