È stato assegnato al 67enne svedese Svante Paabo, ritenuto uno dei fondatori della paleogenetica e pertanto una sorta di archeologo del Dna, il Premio Nobel 2022 per la Medicina.

Dopo aver ricevuto numerosi riconoscimenti a seguito delle sue ricerche già a partire dal 1992 quando ha ricevuto il premio Leibniz della Deutsche Forschungsgemeinschaft, la più alta onorificenza scientifica tedesca, Paabo è stato insignito del Nobel  proprio per le sue ricerche sui processi evolutivi dell'uomo.

A Paabo è stato riconosciuto il merito di avere affrontato con nuove armi una delle più grandi sfide scientifiche contemporanee,  facendo sposare la genetica alla paleontologia, diventando uno dei pionieri dell'estrazione del Dna e della sua analisi dai fossili.

Le ricerche che ha coordinato hanno così gettato una nuova luce sull'evoluzione umana, fino a rivoluzionarne completamente lo studio, permettendo di rivelarci che l'Homo sapiens si è incrociato con i Neanderthal e che alcuni geni di quei cugini dell'uomo sono ancora presenti nel genoma di quasi tutte le popolazioni contemporanee.

Sempre alle ricerche di Paabo,  grazie ad un piccolo frammento di osso trovato in una grotta dei Monti Altai (in Mongolia), si deve la scoperta dell'esistenza dei Denisovani, anch'essi incrociatisi con l'Homo sapiens circa 70.000 anni fa.



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