Le grandi città del mondo, sedi della sperimentazione del futuro del pianeta, sono protagoniste del nuovo millennio. Milano, da sempre capace di raccogliere grandi sfide, è oggi un luogo vitale in cui Università, creatività, tecnologia, impresa e cultura hanno disegnato nuove reti e nuovi scenari.

Questo è ciò di cui il sindaco di Milano Giuseppe Sala avrebbe dovuto discutere con il direttore del Corriere Luciano Fontana durante l'incontro intitolato "#Milano. Una città verso il 2030", uno dei tanti eventi di questo sabato organizzati all'interno di Tempo di Libri, la fiera internazinale dell'editoria che si svolge dall'8 al 12 marzo a Fieramilanocity.

Ma il sindaco di Milano non ha potuto sottrarsi ad un'analisi post voto in generale e sul Partito Democratico in particolare. Ecco come Sala ha giudicato Matteo Renzi e la sua segreteria.

«Essersi circondato di poche persone e non aver saputo allargarsi. Il momento più basso penso sia stata la conferenza stampa post elezioni: avrebbe dovuto farsi da parte e non fare un braccio di ferro con il Pd, parlando di inciuci e caminetti. A chi si riferiva? E non dimentichiamoci che noi abbiamo governato con Verdini!
È stata più una dichiarazione di guerra, un braccio di ferro con il Pd... in maniera chiara doveva invece farsi da parte.
Lo dico con rispetto, è sbagliato buttare addosso a Renzi tutte le colpe, non è l’unico ad aver sbagliato. Abbiamo sbagliato tutti ma le dimissioni non vanno fatte così, se ti dimetti fai spazio a chi deve manifestare la voglia di dire la sua.»

Ma il sindaco di Milano, non si è dimenticato neppure di citare l'altro errore, secondo lui, fatto da Renzi: quello di nominare Maria Elena Boschi sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio dei ministri dopo il fallimento del referendum costituzionale.

«Sulla Boschi non ho nulla contro, ha dimostrato in breve tempo di essere una persona con una solidità politica. Ma come si può dopo il fallimento del referendum costituzionale, metterla a fare la sottosegretaria alla Pcm?»

Ed infine... «Io dico a Renzi: spero che tu non voglia farti un nuovo partito, che ti prenda il tempo per riflettere sugli errori e che tu non voglia ripartire in quarta.

Io non voglio che Renzi lasci la politica o abbandoni il Pd, perché ha un suo elettorato e mi dà fastidio che non si riconoscano le buone politiche che ha fatto. Però è chiaro che qualcosa deve cambiare».