"RCS Sport tiene a precisare che la partenza del Giro d'Italia avverrà dalla città di Gerusalemme. Nel presentare il percorso di gara è stato utilizzato materiale tecnico contenente la dicitura "Gerusalemme Ovest", imputabile al fatto che la corsa si svilupperà logisticamente in quell'area della città. Si sottolinea che tale dicitura, priva di alcuna valenza politica, è stata comunque subito rimossa da ogni materiale legato al Giro d'Italia."

È con questo comunicato che l'organizzazione del Giro d'Italia si è adeguato alle reprimende dei ministri israeliani dello Sport e della Cultura Miri Regev e del Turismo Yariv Levin che avevano minacciato di togliere l'appoggio del Governo alla corsa, mettendone a rischio la partenza da Gerusalemme.

Appreso del comunicato, i due ministri hanno espresso la loro soddisfazione per la decisione di rimuovere la dicitura "Gerusalemme ovest" sostituendola con Gerusalemme, perché secondo loro non esiste un est e un ovest per Gerusalemme.

Conclusa prima di iniziare, la crisi tra Israele e RCS. Inoltre, il modo repentino con cui l'azienda italiana si è adeguata agli ordini dei due ministri è indicativo del fatto che qualsiasi protesta in merito all'inopportunità di tale iniziativa, la cosiddetta Grande Partenza, cadrà ovviamente nel vuoto.

Rimane però il fatto che, come la stessa RCS ha indicato nel testo del comunicato, la corsa si svolgerà "logisticamente in quell'area della città" che appena poche parole  prima veniva indicata in Gerusalemme Ovest. Quindi, va da sé che se esiste "quell'area di città", esiste anche l'altra area di città, cioè Gerusalemme Est... come esiste la Cisgiordania e come esiste l'occupazione militare di Gerusalemme Est e quella della Cisgiordania.

Nonostante i ministri Miri Regev e Yariv Levin, nonostante RCS Sport e nonostante Urbano Cairo.