Partite in prima fila, anche nel gran Premio del Messico le due Ferrrari non sono riuscite a sfruttare il vantaggio ottenuto nelle qualifiche per conquistare il primo gradino del podio, con Leclerc ancora una volta danneggiato dalle strategie della squadra.

Con una partenza perfetta, Leclerc e Vettel si portano al comando della gara, ma non sfruttano il contatto tra Hamilton e Verstappen che fa ritardare entrambi i piloti, con quello olandese che il giro successivo, forzando un sorpasso nei confronti di Bottas, fora la gomma posteriore destra compromettendo così la propria gara.

Sono però le strategie nel cambio gomme a determinare l'esito del gran premio del Messico. La Ferrari, invece di "marcare" la Mercedes, replicando le sue scelte, richiama ai box Leclerc che guida la corsa, montando sulla sua vettura un set di gomme medie e prevedendo così una strategia a due soste.

Vettel, Hamilton e Bottas, invece, continuano a girare facendo segnare ottimi tempi e quando ai box i rispettivi team decidono il cambio gomme, sulle loro vetture vengono montati pneumatici con mescola dura per arrivare a fine gara con una sola sosta.

Qual è stato l'esito della gara? Hamilton ha vinto, Vettel è arrivato secondo e Leclerc si è dovuto accontentare della quarta posizione. A dire il vero, Leclerc è riuscito anche a recuperare il gap con gli avversari nonostante la doppia fermata ai box, ma non ha potuto lottare per il podio perché durante la seconda sosta ai box i meccanici Ferrari hanno avuto un problema con la ruota posteriore destra, che ha causato un stop di oltre 6 secondi invece dei classici 2,5 secondi. Un ritardo che ha impedito a Leclerc di lottare almeno per il secondo o terzo gradino del podio.

Sicuramente, nella seconda parte della stagione, la Ferrarri ha fatto capire di avere una macchina e due piloti non certo di secondo piano. Il problema è la strategia, mediamente disastrosa, come dimostrano gli ultimi gran premi, compreso questo del Messico.

Dopo la gara di domenica Hamilton si è avvicinato ancora di più al sesto titolo mondiale, ormai una pura formalità, che si concretizzerà domenica prossima nel gran premio degli Stati Uniti ad Austin.