minipensieri

Non moltissimi anni fa politici, sindacalisti, amministratori si interessavano e si preoccupavano se chiudeva un'azienda con una trentina di dipendenti. Trenta disoccupati in più erano un problema, anche se alla comunità costavano poco o niente. Oggi l'arrivo di 3300 disoccupati non fa nemmeno notizia. È come se chiudessero 100 di aziende come quella, ma ci siamo abituati all'arrivo quotidiano di centinaia di disoccupati al giorno che ci preoccupiamo di accogliere e mantenere, con costi economici e sociali molto più pesanti dei licenziati d'allora e d'oggi. Dicono che è un fenomeno inarrestabile, specialmente se non si vuole fermare anche perché fa comodo a chi ci governa e ai suoi clienti. E così la nostra marina non serve più per contrastare le invasioni, ma per favorirle e contribuire alla più grande invasione musulmana dell'Europa dai tempi di Maometto. Pare che così sia considerata dagli islamaci quellla che noi ci ostiniamo a chiamare accoglienza e che eventuali non islamici scoperti nei barconi ne siano stati estromessi. E la nostra marina non va per salvare eventuali naufraghi di eventuali possibili naufragi, ma va per traghettare in Europa chiunque possa permettersi la spesa di mettersi in mare. E poi ci meravigliamo se l'Europa rifiuta di collaborare: li andate a prendere? Teneteveli. Doveroso salvare vite in pericolo, ma magari poi farci rimborsare le spese di salvataggio e riportarli in Africa o anche in Patagonia, nella terra di Francesco papa. E invece no: ce li portiamo in Italia, liberi di andare dove meglio credono o di essere a nostro carico per anni. Basta alzare la manina e chiedere asilo. Non importa se se ne ha sì o no diritto, basta chiedere e automaticamente si resta a carico dei contribuenti italiani per lungo tempo. Se poi risulta che profugo non sei non succede e cambia nulla, al massimo perdi il mantenimento se proprio non vuoi o puoi fare domanda sotto altro nome.Considerate le opportunità offerte è facile per gli africani pensare che il rischio sia sovrabbondantemente compensato dai benefici,  che il gioco valga la candela.