La visione pneumatologica di Sopoćko presenta lo Spirito Santo come colui che agisce nell’amore, anima l’opera salvifica nella misericordia, ma contemporaneamente ispira gli uomini all’incontro personale con Dio, posizionando verso Cristo nell’alleanza nuova. Tale incontro si realizza nella pienezza del “dono increato dello Spirito Santo”. In Lui, infatti, non solo Dio misericordioso “dona l’essere”, ma “dona anche se stesso”, entrando in comunione intima e personale con le sue creature[1].

In questo contesto dell’orizzonte pneumatologico del Nostro, lo Spirito Santo della “Nuova Alleanza” diventa come “un nuovo topos creativo” in cui Dio si apre all’uomo per comunicargli la propria vita, amore e misericordia, nello Spirito con cui l’uomo si può aprire all’incontro con il mistero della Trinità[2]. In una delle più significative definizioni del Nostro leggiamo:

 «Lo Spirito Santo è l’amore reciproco tra Dio Padre e Dio Figlio, il quale trova la massima espressione nella Terza Persona della Santissima Trinità uguale al Padre e al Figlio[3]. Lo Spirito Santo non è soltanto la forza oppure l’aggettivo, ma una vera e reale Persona, distinta dal Padre e dal Figlio. Lo Spirito Santo si può chiamare anche Dono increato; sorgente, causa e accoglienza dell’amore tra il Padre e il Figlio»[4]. 

 In altre parole, potremo dire che «lo Spirito Santo manifesta Dio come comunione essenziale, condivisione e fare spazio all’altro»[5]. Infatti, nella vita intima del mistero trinitario di Dio c’è sempre “spazio all’altro Io”, ma anche “l’amore essenziale”, comune alle tre Persone divine. Secondo Sopoćko, come appena abbiamo potuto costatare, lo Spirito    è “l’amore reciproco fra tre Persone divine” e cioè “l’amore personale”; l’amore dello Spirito del Padre e del Figlio. Tanto è vero che nella vita intima, Dio uno e trino si fa tutto “dono increato” nell’amore. Nella vita intima della Trinità osserviamo lo scambio reciproco dell’amore tra le Persone divine. Per questo, lo Spirito Santo è indubbiamente “l’espressione personale di un tale donarsi reciproco nell’amore, in questo “essere amore e misericordia”. Esattamente, il Nostro dice che lo Spirito Santo - “reale Persona”, si può chiamare «dono increato, sorgente, causa e accoglienza dell’amore»[6]. 

Notiamo che in questo “dono increato” si trova «una ricchezza insondabile della realtà e un approfondimento ineffabile del concetto di persona in Dio, che solo la Rivelazione fa conoscere. Al tempo stesso, lo Spirito Santo, in quanto consostanziale al Padre e al Figlio nella divinità, è amore e dono (increato), da cui deriva come da fonte (fons vivus) ogni elargizione nei riguardi delle creature (dono creato): la donazione dell’esistenza a tutte le cose mediante la creazione, la donazione della misericordia agli uomini mediante l’intera economia della salvezza» (DVi 22,23). Come scrive l’apostolo Paolo: «L’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo, che ci è stato dato» (Rm 5,1-5).

Per questo, Sopoćko “scruta le profondità di Dio”, per mezzo dello “Spirito dell’amore-dono increato”. Il Nostro usando i testi di sant’Agostino sullo Spirito, associa l’idea del “dono increato” a quello dell’amore[7]. Precisamente afferma che: 

 «l’Amore è da Dio ed è Dio; è dunque propriamente lo Spirito Santo, per il quale si espande la misericordia di Dio nei nostri cuori rigenerati, che fa dimorare in noi la Trinità. Lo Spirito Santo è chiamato propriamente Dono increato a motivo dell’Amore»[8].

 Alla luce di questa citazione, potremo dire che l’uomo rigenerato dalla grazia (battesimo) diventa dimora della Trinità e giunge all’amore di Dio e alla sua misericordia.  L’agire dello Spirito nella misericordia appare decisivamente finalizzata all’attuazione universale della salvezza, compiuta nell’evento pasquale[9]. Lo Spirito come “dono increato” invece, diventa il vincolo dell’amore misericordioso tra l’uomo e Dio[10]. 

Consideriamo che lo Spirito Santo, nel pensiero di Sopoćko, sia anche causa della santità e della liberazione dell’uomo dal male, infatti, aggiunge:

 «Nessun tipo di sforzo umano, nemmeno tecnico scettico, né simbolo o rito religioso compiuto da un essere umano ha il potere di portare in se stesso l’uomo alla santità di Dio; soltanto lo Spirito Santo che è amore e misericordia ha il potere di liberare lo spirito umano dalle influenze delle tenebre e dalle oscurità»[11].

 Da questa visione pneumatologica del Nostro si evince chiaramente che l’uomo trova nello “Spirito - amore e misericordia” il potere liberatore dalle influenze del male. Egli, che  è imparagonabile a nessuno sforzo umano, possiede “il potere di portare” lo spirito dell’uomo alla santità di Dio. 

Don Gregorio - prof. sac. Grzegorz Stanislaw Lydek


[1] Cf. M. Sopoćko, Miłosierdzie Boga w dziełach Jego, vol. III, p. 29.

[2] Cf. M. Sopoćko, Miłosierdzie Jego na wieki, p. 42.
[3] M. Sopoćko, Miłosierdzie Boga w dziełach Jego, vol. III, p. 20.
[4] Ibidem, p. 22.
[5] N. Ciola, Cristologia e Trinità, p. 52. 
[6] M. Sopoćko, Miłosierdzie Jego na wieki, p. 42.
[7] Ibidem, pp. 22-23.
[8] M. Sopoćko, Miłosierdzie Boga w dziełach Jego, vol. III, p. 25.
[9] Cf. M. Sopoćko, Miłosierdzie Boga w dziełach Jego, vol. II, p. 314.
[10] Consideriamo che san Giovanni evangelista, infatti, parla in molti passi di una reciproca “in-abitazione”; Dio nell’uomo e l’uomo in Dio. A questo punto possiamo affermare che gli uomini sono intimamente uniti con il Padre e con il Figlio, e tale unione è per loro diventa gioia perfetta e perfetto compimento dell’umanità (cf. 1 Gv 1,3). San Paolo, invece, non parla soltanto dell’essere in Cristo e dell’essere di Cristo negli uomini, ma parla proprio dell’abitazione negli uomini (cf. Rm 8,9: 1 Cor 6,19; Ef 2,22). 
[11] M. Sopoćko, Miłosierdzie Boga w dziełach Jego, vol. III, p. 18.