Aveva 16 anni, Giuseppe Lenoci, il secondo studente che lunedì è deceduto mentre era impegnato in un percorso di alternanza scuola-lavoro in una ditta di termoidraulica.

È morto perché il mezzo della ditta, dove sedeva a fianco del conducente, è uscito fuori strada mentre raggiungeva il cantiere. Nell'incidente stradale avvenuto in provincia di Ancona, anche il conducente è rimasto gravemente ferito.

Giuseppe come Lorenzo Parelli, lo studente poco più che diciottenne  morto in un capannone alle porte di Udine il 21 gennaio. Giuseppe Leonci, di Monte Urano, non è morto schiacciato da una trave di acciaio, ma straziato tra le lamiere di un furgone a Serra de’ Conti... fa differenza?

Anche lui stava svolgendo un tirocinio nell'ambito della cosiddetta alternanza scuola-lavoro in una ditta di termoidraulica, mentre frequentava l'ultimo anno del centro di formazione professionale Artigianelli di Fermo, dove a giugno avrebbe conseguito il diploma di operaio specializzato.

Stavolta, la politica e i politici dell'indignazione un tanto al chilo, sempre pronti ad esternare contro questo e contro quello tramite i loro ridicoli profili social, non hanno avuto neppure il coraggio di esprimere il loro cordoglio per quanto avvenuto... non ne hanno avuto il coraggio, perché sono i principali artefici di quella legge assurda - comunque in linea con le loro capacità di legislatori - che non poteva non finire per essere un metodo per sfruttare manodopera a basso costo, ovviamente a scapito della sicurezza, magari con la promessa di assunzione a fine stage.

Alla fine, per chi riesce a cavarsela, queste morti finiscono per essere di esempio per ricordare loro che cosa li attende in futuro e quali siano le condizioni di lavoro nell'Italia della precarietà e dei salari da fame, dove l'unico diritto garantito (e male) è quello della sopravvivenza.

Sperare che tutto ciò cambi è più che assurdo, è semplicemente utopico.