In Brasile, una guerra silenziosa si sta consumando tra le gang criminali e le farmacie, con protagonisti inattesi: i farmaci anti-diabete. Gli analoghi del GLP-1 umano, come la semaglutide, inizialmente sviluppati per il trattamento del diabete di tipo 2, sono oggi al centro di un'ondata di violenza senza precedenti. Utilizzati sempre più per la perdita di peso, questi farmaci sono diventati merce di contrabbando, scatenando rapine a mano armata a farmacie, depositi e mezzi di trasporto.
Secondo un'indagine del New York Times, nello Stato di San Paolo i casi di furto sono passati da 1 nel 2022 a 39 nei primi mesi del 2024, con un picco di 8.220 siringhe rubate nel 2024, quasi il doppio rispetto alle 4.770 del 2023 (dati Anvisa, l'agenzia regolatoria brasiliana). Le gang prendono di mira questi farmaci per rivenderli sul mercato nero, dove la domanda è alle stelle: il 25% degli adulti brasiliani è obeso, e molti cercano soluzioni rapide, spinte dal tam-tam dei social media e dall'endorsement di celebrità. Persino il sindaco di San Paolo ha pubblicamente elogiato l'efficacia della semaglutide, alimentandone la popolarità.
Nonostante il battage pubblicitario, questi farmaci rimangono inaccessibili per la maggior parte della popolazione. Una terapia mensile costa circa 180 euro, in un Paese dove il reddito medio è di 280 euro. "Solo i più abbienti possono permettersela legalmente", spiega un farmacista di San Paolo, che preferisce restare anonimo. "Gli altri si rivolgono al mercato illegale, rischiando prodotti contraffatti o dosaggi pericolosi".
Per difendersi, farmacie e distributori hanno adottato misure estreme: assumono guardie armate, evitano di stoccare i farmaci e obbligano i pazienti a ordinare di persona, fissare un appuntamento per il ritiro o optare per consegne controllate a domicilio. "È come vivere in una zona di guerra", racconta Maria Silva, titolare di una farmacia nel quartiere di Jardins. "Ogni giorno temiamo un nuovo assalto".
Il fenomeno è amplificato dalla pressione sociale verso canoni estetici irraggiungibili. Su TikTok e Instagram, influencer promuovono la semaglutide come "la soluzione miracolosa", ignorando i rischi legati all'uso non supervisionato. Intanto, il mercato nero prospera, con prezzi che arrivano a 300 euro a dose, sfruttando il disagio di milioni di persone.
Questa crisi non è solo una questione di ordine pubblico, ma un sintomo delle profonde disparità brasiliane. L'accesso alle cure è diventato un privilegio di classe, mentre il sistema sanitario fatica a rispondere all'epidemia di obesità. Senza politiche che affrontino alla radice le cause socioeconomiche e regolino i prezzi dei farmaci, la guerra per gli analoghi del GLP-1 potrebbe trasformarsi in un conflitto senza fine.