Il Senato irlandese ha inviato un messaggio forte e importante sia al popolo palestinese che alla comunità internazionale che c'è un prezzo da pagare per il comportamento criminale di Israele e per le sue persistenti violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale.

Quello sopra riportato è un passaggio delle dichiarazioni di soddisfazione rilasciate dall'ANP e dall'OLP per salutare la decisione del Senato irlandese di "vietare l'importazione e la vendita di beni, servizi e risorse naturali provenienti da colonie illegali israeliani insediate nei territori occupati".

La legge, passata con 25 voti a favore, 20 contrari e 14 astenuti per diventare esecutiva dovrà però essere prima discussa e approvata dalla Camera bassa del Parlamento... e non sarà una passeggiata. Infatti, il governo irlandese ha espresso il proprio parere contrario a questa iniziativa, perché dovrebbe essere l’Unione europea e non un singolo Paese a prendere una decisione al riguardo. Certo è che se la legge dovesse passare, l’Irlanda sarebbe il primo paese europeo a boicottare i prodotti dei coloni israeliani.

Il segretario generale del Comitato esecutivo dell'OLP, Saeb Erekat, a nome del popolo palestinese e della leadership palestinese, ha espresso il proprio apprezzamento al Senato irlandese, nella speranza che altri Stati membri dell'Unione europea, così come altre nazioni, ne seguano l'esempio.

Ovviamente, la pensa diversamente Israele che, tramite il proprio ministero degli Esteri, ha diffuso una nota affermando che la decisione del Senato irlandese è "parte di una campagna populista, pericolosa ed estremista per boicottare i beni israeliani", aggiungendo che "questa iniziativa anti-israeliana danneggia le prospettive di dialogo tra gli israeliani e i palestinesi".

Anche se non è stato spiegato quali possano essere i motivi perché ciò possa accadere.