Ormai la politica si fa sui social media: accuse, dibattiti, insulti... quello che ieri si faceva nelle piazze o nelle tribune televisive prima e dopo le elezioni, adesso si fa - seppur virtualmente - 365 giorni all'anno.

Nell'ultimo post su facebook pubblicato da Luigi Di Maio, il candidato premier 5 Stelle ci informa che il PD, dopo le regionali in Sicilia, è politicamente defunto: "A quello che leggo oggi sui giornali in interviste di esponenti Pd, non sappiamo neanche se Renzi sarà il candidato premier del centro sinistra. Anzi, secondo le ultime indiscrezioni riportate dai media, a breve ci sarà una direzione del Pd dove il suo ruolo sarà messo in discussione. Il nostro competitor non è più Renzi o il Pd. Combattiamo contro l'indifferenza che genera l'astensione.

Avevo chiesto il confronto con Renzi qualche giorno fa, quando lui era il candidato premier di quella parte politica. Il terremoto del voto in Sicilia ha completamente cambiato questa prospettiva. Mi confronterò con la persona che sarà indicata come candidato premier da quel partito o quella coalizione."


La dichiarazione è stata interpretata come l'annullamento, da parte di Di Maio, alla partecipazione al "duello" televisivo che lui stesso avevo promosso e organizzato su La7 per martedì 7 novembre per sfidare Renzi. Almeno, così tutti i media l'hanno riportata... magari ricevendo conferma dagli stessi giornalisti che collaborano con Floris, la cui trasmissione avrebbe dovuto ospitare l'incontro, che avranno avuto la fortuna di ricevere parole più chiare e definitive.

Che Di Maio non parteciperà all'appuntamento di La7 lo ha dato per scontato anche lo stesso Renzi che, appresa la notizia, si è rivitalizzato dalla legnata subita tra capo e collo dal risultato del voto siciliano che vede il suo partito annaspare intorno al 13%.

E così Renzi parla di fuga, mancanza di coraggio, paura, assenza di dignità, anticipando che lui da Floris andrà comunque... nonostante sappia di giocare in trasferta!
Un bell'autogol da parte di Renzi che, in questo modo riesce a far due danni in colpo solo. Il primo è che lui - generalmente - va solo nelle trasmissioni in cui è sicuro di non correre rischi dal punto di vista politico, l'altro è che i giornalisti da cui si è fatto finora intervistare sono pertanto giornalisti "compiacenti".
C'è da immaginare che Vespa e gli altri che Renzi frequenta con assiduità lo ringrazino sentitamente. 


Comunque, nel caso che Di Maio martedì sia assente, gli italiani potranno "gustarsi" l'ennesima autocelebrazione del Renzi pensiero con cui ci verrà spiegato, come ormai accade da mesi che, anche avendo perso, i voti ricevuti dal suo partito sono comunque da considerare una vittoria, senza dimenticare i successi ottenuti in relazione al problema lavoro, economia, banche, crescita, ecc.

Insomma, la solita retorica infarcita dagli "avremmo potuto parlare di" e da un'oceano di parole buttate lì a caso solo per riempire il tempo e non dire niente... Un refrain noioso che in Sicilia ha portato al voto meno della metà degli aventi diritto che hanno "premiato" il Pd con poco più del 10% delle preferenze.