La CGIA di Mestre ha reso pubblico uno dei suoi report che, stavolta, riguarda il carico fiscale che grava sugli italiani.

Partendo dalla proposta del nostro paese di un superministro delle Finanze europeo per armonizzare il carico fiscale dei 19 paesi appartenenti all'eurozona, l'Ufficio Studi coordinato da Paolo Zabeo ha semplicemente calcolato la media del carico fiscale dei paesi euro, arrivando alla constatazione che, con una tassazione basata sulla media europea, ciascun italiano risparmierebbe 557 euro all’anno che, complessivamente, equivarrebbero a 34 miliardi di euro in meno di tasse.

Tra i paesi in cui in Europa si paga più tasse vi è la Francia con il 48,1% del Pil, segue il Belgio con il 47,3%... l’Italia è al quinto posto con il 43,6% del Pil. La media dei 19 paesi euro è al 41,5%, quindi 2,1 punti in meno rispetto al nostro paese. Pertanto, se le tasse nazionali si attestassero su tale valore, si avrebbe il risparmio sopra indicato.

Ma la CGIA ha voluto anche impietosamente confrontare quanto sarebbe il risparmio pro capite degli italiani se il carico fiscale fosse paragonato ai paesi dove si paga di meno: con l'Irlanda il risparmio medio all'anno sarebbe di 3.531 euro!

La valutazione del carico fiscale italiano, secondo CGIA, è direttamente proporzionale al grado di centralismo fiscale: «La cosa che ci preoccupa di più – segnala il Segretario Renato Mason – è che dalla lettura di questi dati emerge una forte correlazione tra il livello di centralismo e la pressione tributaria. Vale a dire che la quantità di imposte, tasse e tributi che i contribuenti versano in percentuale del Pil è direttamente proporzionale al grado di centralismo fiscale.»

La soluzione per pagare meno tasse, in fondo, non sarebbe così complessa: «Per pagare meno tasse – dichiara il coordinatore dell’Ufficio Studi Paolo Zabeo – è necessario che il Governo agisca sul fronte della razionalizzazione della spesa pubblica, tagliando sprechi, sperperi e inefficienze della macchina pubblica. Quanto è stato fatto in questi anni va nella direzione giusta, ma è ancora insufficiente. Inoltre, questa operazione dovrà essere realizzata in fretta, visto che entro la fine di quest’anno bisognerà sterilizzare l’ennesima clausola di salvaguardia di 15 miliardi, altrimenti dal 1° gennaio 2017 scatterà con un sensibile aumento delle aliquote Iva.»

I dati dello studio della CGIA.