Risale a più di una settimana fa l'ultima comunicazione ufficiale del Ministero dello sviluppo economico su Alitalia in cui si faceva sapere che i ministri Calenda e Delrio avevano incontrato Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari - commissari straordinari Alitalia - per un aggiornamento in relazione all'amministrazione della compagnia aerea e del suo processo di vendita.

Nell'occasione i Commissari avevano confermato che "la società nel primo trimestre presenterà ricavi in crescita rispetto all’anno precedente e che il prestito dello Stato non è stato sostanzialmente intaccato", anche se non è chiaro a quale prestito si riferissero, visto che lo Stato di prestiti ad Alitalia ne ha fatti almeno due.

Comunque, se a tanto i tre amministratori sono arrivati, nonostante la non certo buona pubblicità che aveva accompagnato Alitalia nei mesi precedenti al loro ingresso oltre alla sostanziale mancanza di investimenti dovuta alla necessità di vendere, c'è da chiedersi perché non proseguano la loro attività con una nazionalizzazione temporanea della compagnia. Infatti, negli ultimi anni nessuno era riuscito ad ottenere delle pur vaghe prospettive di crescita da parte di Alitalia.

Ma la vendita sembra imprescindibile, anche se, rispetto alle dichiarazioni del ministro Calenda, la strada non è poi così in discesa. Infatti, mentre fino a poco tempo fa Calenda aveva fatto capire di essere quasi ormai arrivato al punto dell'assegnazione, adesso "le manifestazioni di interesse pervenute devono essere ulteriormente approfondite prima di poter procedere ad una negoziazione in esclusiva."

Però, da quanto fanno trapelare alcune fonti stampa non ci sarebbe ancora un'offerta che possa definirsi, usando le parole del MiSE, solida e credibile.

Gli attori in ballo sono Air France e Klm che dovrebbero allearsi insieme alla compagnia lowcost Easyjet, per conto della quale l'ad Johan Lundgren ha dichiarato l'interesse in alcuni asset di Alitalia, confermando delle trattative in corso con i commissari della compagnia italiana.

Qualche giorno fa anche la tedesca Lufthansa aveva confermato un interesse in Alitalia, seppur legato solo ad alcuni dei suoi asset. Infine, anche la compagnia low cost ungherese Wizz Air, tramite l'ad Jozsef Varadi, ha fatto sapere di aver parlato con i commissari e di essere interessata ai voli a breve e medio raggio (Italia, Mediterraneo, Israele, Nord Africa).

Come si vede, l'interesse da parte dei presunti acquirenti, che agiscano autonomamente o in gruppo, è relativo solo a determinati asset di Alitalia, in funzione del loro core business. In pratica, chiunque sia interessato ad acquisire Alitalia, il fine non sembra quello di sviluppare un progetto di integrazione con gli asset dell'acquirente ma di entrare in possesso solo di ciò che viene ritenuto più conveniente e remunerativo.

Pertanto, o al momento dell'acquisto o subito dopo, il destino di Alitalia sembra segnato dal cosiddetto spezzatino che per la compagnia aerea, con il passare del tempo, sembra ormai inevitabile.