In base al riassunto che l'agenzia Ansa ha riportato sul giudizio espresso dalla Commissione europea sull'Italia in merito alle valutazioni della situazione economica e sociale, delle riforme strutturali e degli squilibri degli Stati membri dell'Unione nel cosiddetto "pacchetto d’inverno del semestre europeo", nel nostro Paese "si registrano squilibri eccessivi, tra cui alto debito e una protratta bassa produttività che comporta rischi di implicazioni transnazionali, in un contesto di crediti deteriorati ancora elevati e disoccupazione.

Il debito si stabilizza ma ancora non ha imboccato un percorso di ferma discesa a causa del deteriorarsi del saldo strutturale, e lo slancio delle riforme è in qualche modo rallentato."

I report della commissione sono stati presentati in una conferenza stampa congiunta tenuta dal vice-presidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, e dai commissari Marianne Thyssen e Pierre Moscovici.

Nel quadro riassuntivo contenuto nelle quasi 80 pagine del rapporto semestrale dedicato all'Italia, al nostro Paese vengono rinfacciati progressi limitati nel mettere in atto il piano privatizzazioni, nella defiscalizzazione degli oneri legati alla produzione, nel rivedere la "tax expenditure" e il sistema catastale.

Inoltre, nonostante i complimenti che in tal senso si sono fatti governi e ministri della Giustizia negli ultimi anni, le critiche che ci vengono rivolte interessano anche la lunghezza dei tempi nella risoluzione dei processi civili, così come i limitati progressi relativi alla risoluzione dei problemi di insolvenza, al rafforzamento di una struttura relativa alle negoziazioni collettive, all'implementazione di politiche attive sul mercato del lavoro e a politiche di miglioramento del reddito.

Tra i progressi segnalati, secondo la Commissione Ue, ci sono invece quelli relativi alla fatturazione elettronica, alla lotta alla corruzione, alla riforma della pubblica amministrazione in relazione anche alla sua efficienza, alle misure per favorire la competitività, alla diminuzione degli NPL ed al rafforzamento delle banche, alla razionalizzazione della spesa sociale con il miglioramento della sua composizione.