Del Carciofo in cucina siamo soliti utilizzare il ricettacolo del fiore, mentre a scopo curativo vengono impiegate le foglie, proprio la parte che a scopo culinario viene scartata.

Le molecole salutistiche principali contenuti nel Carciofo sono polifenoli, in particolare flavonoidi, tannini e derivati dell'acido clorogenico, tra i quali spicca per importanza la cinarina.

Le proprietà curative attribuite al Carciofo e confermate dai più recenti studi di Fitoterapia sono anzitutto coleretiche, ovvero stimolanti della produzione di bile non satura di colesterolo e quindi molto più solubile; in tal modo si ha un flusso regolare della bile e un corretto svuotamento della colecisti contrastando fenomeni quali flatulenza, eruttazioni, dispepsie e senso generale di gonfiore addominale.

Altra azione importante del Carciofo è quella ipolipemizzante, ossia di riequilibrio dei valori lipidemici, abbassando i livelli plasmatici di colesterolo LDL per ridurre i rischi di malattie coronariche.

Ultima azione, ma non meno importante, del Carciofo è quella diuretica, associato spesso ad altre piante per potenziare e rendere massimamente efficace questa funzione.

Per quanto riguarda la sua forma di utilizzo, spesso viene consigliato tisana, tuttavia la forma più correttta è quella di estratto secco, standardizzato in polifenoli, con un contenuto in acido clorogenico tra il 4,5 e il 6%, al dosaggio di 300-500 mg tre volte al giorno.

Estratti di Carciofo sono anche presenti in prodotti erboristici ad effetto lassativo, digestivo e aperitivo.

Non sono segnalati effetti collaterali anche se il Carciofo potrebbe causare reazioni allergiche per la presenza di lattoni sesquiterpenici.

Articolo inviato da Erboristeria clorofilla