Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, mercoledì è andato in Parlamento per spiegare perché un criminale libico, Almasri, sia stato scarcerato, in barba al mandato di arresto chiesto dalla Corte Penale Internazionale.

Dopo che in precedenza, urbi et orbi, la premier Meloni aveva spiegato che il rilascio era stato un'iniziativa della Corte di Appello su cui il governo non aveva avuto voce in capitolo, dopo che lo stesso Nordio aveva affermato che nel momento in cui Almasri era stato rilasciato stava ancora valutando ciò che era scritto nel mandato di arresto, oggi il ministro della Giustizia ha dichiarato a deputati e senatori che non poteva che rilasciarlo perché le carte per trattenerlo contenevano delle date che non chiarivano in maniera corretta quando il criminale avesse compiuto ciò di cui era accusato.

In pratica, nella dichiarazione odierna, Nordio ha smentito se stesso rispetto a quanto detto in precedenza, dicendo di aver dovuto agire in base ad un errore materiale della CPI. Inoltre si è smentito anche in tempo reale, perché le motivazioni da lui addotte per il rilascio del libico, relative ad una riscrittura del mandato di arresto, riguardano atti successivi alla scarcerazione.

Non va neppure dimenticato che Nordio è entrato nel merito di quanto richiesto dalla CPI, confondendo la richiesta di arresto (una mera procedura cui l'Italia si deve attenere in quanto membro dello Statuto di Roma che ne riconosce a prescindere gli atti prodotti) con un atto di estradizione che invece sottintende agli accordi tra Stati in base a precise garanzie giuridiche pattuite in precedenza e tutte da verificare… mentre il presunto criminale viene sempre comunque trattenuto in carcere!

Nel caso di Almasri, Nordio lo ha prima fatto rilasciare (non rispondendo alle richieste della Corte di appello) e poi è andato in Parlamento a giustificare  la sua mancanza addossandone la colpa a CPI e magistrati che avevano sottolineato i suoi errori.

Successivamente il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha preso la parola per affermare che una volta scarcerato, poiché soggetto pericoloso, Almasri doveva essere allontanato su un volo di Stato per una questione di sicurezza nazionale, senza però spiegare quale nazione tale sicurezza dovesse riguardare… l'Italia o la Libia? E non ha spiegato neppure perché il volo di Stato che ha condotto Almasri in Libia sia partito da Roma per Torino al mattino, ore prima che avvenisse la scarcerazione di Almasri.

Per le opposizioni, a rimarcare le assurdità dette dal novello duo De Rege del governo Meloni formato da Nordio e Piantedosi, si riporta l'intervento della segretaria dem Elly Schlein:

"Questa è una giornata triste per la democrazia. I Ministri Nordio e Piantedosi sono venuti in Aula a coprire le spalle della Presidente del Consiglio. Si sono degnati finalmente, dopo più di due settimane, di riferire in Parlamento ma oggi in quest'Aula doveva esserci Giorgia Meloni. Invece, ancora una volta, manca di rispetto a quest'Aula e manca di rispetto al Paese. Non può pensare di cavarsela con i video e le dirette sui social. Non è ai suoi followers su Instagram che deve spiegare, ma è all'Italia, la cui credibilità internazionale è stata sfregiata dalla vostra deliberata scelta - oggi rivendicata - di liberare e riaccompagnare a casa un torturatore libico.Su Almasri pende il mandato d'arresto della Corte penale internazionale che lo accusa di avere picchiato, torturato e stuprato anche un bambino di cinque anni e ucciso personalmente detenuti a Mitiga. Ma nonostante questo viene scarcerato e fatto salire su un aereo di Stato con tutti gli onori. Come un eroe è stato accolto in Libia. Una cosa vergognosa.Doveva esserci Giorgia Meloni qui oggi a chiarire il perché. Ve la ricordate? Diceva che avrebbe dato la caccia ai trafficanti in tutto il globo terracqueo e, invece, li rimanda a casa con il rimpatrio più veloce della storia d'Italia. Ci ha abituati alla sua incoerenza, ma qui stiamo parlando della sicurezza nazionale. Si nasconde dietro di voi, Ministri. Vi abbiamo ascoltati e quel che dite è inaccettabile.Guardi, lei non ha parlato da Ministro in quest'Aula, ha parlato da avvocato difensore di un torturatore. Le domande a cui dovreste rispondere sono molto semplici, Ministri: perché il Ministro Nordio, che era stato informato già dal giorno dell'arresto, non ha risposto alle richieste del procuratore generale, trasmettendo gli atti, che è l'unica cosa che dovevate fare? La vostra inerzia ha causato la scarcerazione. Prima ci dice che è stato liberato perché non ha fatto in tempo a tradurre 40 pagine dall'inglese, poi però ci dice che, in realtà, le aveva lette così bene che ha rinvenuto dei vizi. Bene, avete ammesso che è stata una scelta politica, finalmente. Lo dica anche all'onorevole Donzelli.Secondo, perché, se il problema fosse davvero stato un cavillo procedurale, non avete provveduto a farlo riarrestare il minuto dopo? Perché ha mentito al Paese con una nota che tutti abbiamo ricevuto alle ore 16,04, battuta dall'ANSA, il giorno in cui è stato scarcerato, in cui affermava di avere ricevuto gli atti dalla Corte penale e che li stava valutando, quando già alle ore 11,13 un aereo Falcon 900, autorizzato da Palazzo Chigi, attendeva all'aeroporto di Torino il torturatore per riportarlo a casa?Non vi eravate parlati, Ministro? Che cosa doveva valutare, quando l'articolo 4 della legge n. 237 parla chiaro: il Ministro deve trasmettere gli atti, non valutarli, non le dà alcuna valutazione discrezionale sugli atti della Corte. Lei ha accusato noi di non avere letto le carte, ma lei non ha letto la legge, Ministro, e l'ha violata davanti al Paese. Ha citato gli articoli 2, 3, 4, che ho letto - guardi, li ho portati con me -, ma nessuno di questi articoli parla mai di informazione preventiva .In qualsiasi momento lei poteva trasmettere gli atti ed evitare la scarcerazione, ma non lo ha fatto. Chi le ha chiesto di stare fermo, Ministro? È stato Palazzo Chigi? Lei è venuto qui a dire che, mentre interloquiva con gli altri Ministri, vi siete lasciati scappare un criminale internazionale: ma le sembra serio da parte sua? Le faccio una domanda in più, guardi: perché Meloni, come il Ministro Piantedosi, insiste che il torturatore Almasri sia stato rimpatriato per ragioni di sicurezza? Quindi, ci state forse dicendo che i criminali per sicurezza è meglio liberarli e lasciarli fuori dal carcere ? Spiegatelo all'Italia.Se Almasri rappresenta una minaccia per la sicurezza in Italia, perché non in Libia, dove lo avete mandato a continuare a torturare? E poi, se erano tanto sbagliate le accuse della Corte penale internazionale, perché lo avete rimpatriato con urgenza? Mettetevi d'accordo. Il Ministro Piantedosi ha appena spiegato che erano tanto valide quelle accuse che bisognava velocemente mandarlo fuori dal Paese. Mettetevi d'accordo, non vi siete parlati prima di venire in quest'Aula?Quindi, il paradosso è che Meloni ha ammesso la pericolosità del soggetto, come indicato dalla Corte, ma, per gli stessi motivi per cui la Corte lo voleva all'Aja per processarlo, ha preferito liberarlo. Ma è evidente che il vostro concetto di repressione, il vostro modello Caivano, securitario e punitivo, vale solo per i poveri cristi. Quando, la settimana scorsa, voi vi siete sottratti all'informativa in quest'Aula, ce n'è stata un'altra, quella delle vittime delle torture di Almasri, che chiedono giustizia; giustizia che voi avete scelto di negare loro. Dicono che ancora lo sognano la notte, che ricordano ancora le botte.Dicono che non capiscono come fa chi si professa donna, madre e cristiana a liberare un torturatore di bambini. È una domanda piuttosto semplice. Oggi vi nascondete dietro i cavilli e il giuridichese e non precisate le ragioni di sicurezza nazionale, ma qui non si tratta di un difetto formale, si tratta di una scelta politica. Ce lo avete chiarito, avete chiarito che avevamo ragione. Allora assumetevi per una volta di fronte al Paese una responsabilità.La verità è che vi vergognate di quello che fate, e per questo mentite, come i tagli sulla sanità che diventano il più grande investimento della storia; come le pensioni, che dovevate portare a mille euro e avete aumentato del costo di un caffè. Qui, insisto, doveva esserci Giorgia Meloni, non smettiamo di ricordarvelo. Invece, con il solito vittimismo, vi siete limitati, a partire da Giorgia Meloni, e oggi lei, Ministro, in Aula, ad attaccare i magistrati. Questo attacco frontale alla magistratura per una comunicazione prescritta dalla legge è fumo negli occhi per coprire il merito della vostra scelta politica. Non compete a me, né a noi, entrare negli aspetti strettamente giudiziari di questa vicenda, ma è sulle responsabilità politiche che noi vi chiediamo conto.Vi siete spinti ad attaccare la Corte penale internazionale, quando ci sono voluti decenni per avere una giustizia penale internazionale. Guardate, la Corte è nata proprio qui a Roma per essere la risposta alla domanda di giustizia che si contrappone alla cultura dell'impunità. La vostra arroganza non ha limite, tanto che, mentre noi discutiamo di un criminale impunito che avete graziato, proponete leggi per trasformare anche la vostra immunità in impunità.La differenza tra noi e voi - e mi rivolgo, per il suo tramite, all'onorevole Donzelli - è che noi ieri abbiamo immediatamente rimosso e sospeso quel tesoriere.Meloni ha mandato i suoi amici Ministri in Aula. È un atteggiamento da “Presidente del coniglio”, più che da Presidente del Consiglio. Scappa, scappa dalle sue responsabilità. Ma la domanda è semplice: ha dato lei l'ordine di riaccompagnare a casa il torturatore libico? Presidente Meloni, delle due l'una: o lei ha guidato questa filiera di comando e se ne assume la responsabilità oppure non ha più il controllo, e, dunque, ne tragga le conseguenze. Doveva esserci lei oggi qui, perché quello che hanno detto i suoi Ministri non è una risposta.Chi ha deciso di riportarlo con volo di Stato in Libia e perché non ce lo dice? Che cosa nasconde colei che ogni due per tre grida al complotto dei poteri forti e di non essere ricattabile? La verità è molto più semplice di così, Ministri, basta dirla. La verità è che avevate paura che smettessero di fare il vostro lavoro sporco in Libia e che, facendo ripartire i barconi, sarebbe emerso tutto il fallimento dei vostri inumani centri in Albania e della balla dell'effetto deterrente.E così in quei centri, anche la settimana scorsa - lo hanno visto i nostri parlamentari - avete deportato i torturati di Almasri, mentre riportavate lui a torturare. Che Paese vogliamo essere, colleghi? Dalla parte dei torturati o dalla parte dei torturatori? Noi vi tormenteremo democraticamente finché non risponderete, e mi rivolgo alla Presidente Meloni".

La premier Meloni, che diceva di voler perseguire per tutto il globo terracqueo i trafficanti di essere umani, oltre ad aver riportato in Libia uno dei principali responsabili di quell'orrendo crimine, grazie ai suoi decreti, aveva fatto arrestare una vittima di quei trafficanti che invece lei libera: Maysoon Majidi, un'attivista curdo-iraniana accusata di essere una scafista e per tale motivo rinchiusa per dieci mesi nel carcere di Castrovillari.

Maysoon Majidi ha dovuto affrontare un processo e solo oggi i giudici di Crotone l'hanno assolta, riconoscendo che era stata accusata ingiustamente.

In Italia, al tempo dei (post) fascisti, il destino di chi scappa da regimi totalitari e cerca sicurezza è appeso ad un filo e messo a dura prova nei meandri di una legislazione in cerca di un capro espiatorio. Al contrario, i trafficanti di essere umani vengono rimpatriati a casa loro con voli di Stato... perché possano continuare a commettere impunemente i loro crimini.