Giuliano Amato che oggi riveste il ruolo di presidente della Corte costituzionale, nella conferenza stampa organizzata per le 18 ha comunicato che la Consulta ha ammesso solo uno dei tre quesiti referendari su cui ancora doveva esprimersi, respingendo quello sulla responsabilità diretta dei magistrati e quello sulla depenalizzazione dell'uso della cannabis.

Dopo aver spiegato che il referendum sull'omicidio del consenziente non poteva passare perché l'ambito che prendeva in considerazione sarebbe stato più ampio di quello legato alle problematiche più limitate dell'eutanasia, Amato ha detto che il quesito referendario sulla Cannabis doveva essere respinto perché (direttamente o indirettamente... non è chiaro), la depenalizzazione avrebbe permesso (anche?) la coltivazione di piante utili alla produzione di droghe pesanti.

Così i promotori del referendum:

"Oggi la Corte Costituzionale ha dichiarato NON AMMISSIBILE il quesito del #ReferendumCannabis. Questa non è una sconfitta nostra e delle centinaia di migliaia di cittadini e cittadine che hanno firmato per la cannabis legale. Quella di oggi prima di tutto è una sconfitta per le Istituzioni che non sono più in grado di comprendere una parte importante di questo Paese! È il fallimento di una Corte che non riesce a garantire agli italiani un diritto costituzionale, di un Parlamento che da trent'anni non riesce a mandare in fumo gli affari delle mafie. È il fallimento anche di Istituzioni come la Presidenza della Camera che aveva preso l’impegno di calendarizzare le proposte di legge di iniziativa popolare, anche quella sulla cannabis.È la sconfitta per quei partiti che hanno parlato di cannabis legale in campagna elettorale dimenticandosene subito dopo! A vincere oggi è soltanto la mafia....Adesso ci prenderemo qualche giorno per capire come rilanciare la battaglia per la cannabis legale e vi facciamo una promessa: noi non ci fermeremo neanche questa volta!"

Questo il quesito referendario:

Abrogazione parziale di disposizioni penali e di sanzioni amministrative in materia di coltivazione, produzione e traffico illecito di sostanze stupefacenti:«Volete voi che sia abrogato il Decreto del Presidente della Repubblica del 9 ottobre 1990, n. 309, avente ad oggetto “Testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza”, limitatamente alle seguenti parti:articolo 73 (Produzione e traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope), comma 1, limitatamente all’inciso “coltiva”;articolo 73 (Produzione e traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope), comma 4, limitatamente alle parole “la reclusione da due a 6 anni e”;articolo 75 (Condotte integranti illeciti amministrativi), limitatamente alle parole “a) sospensione della patente di guida, del certificato di abilitazione professionale per la guida di motoveicoli e del certificato di idoneità alla guida di ciclomotori o divieto di conseguirli per un periodo fino a tre anni;”?».

Questi gli atti di un seminario giuridico svoltosi sul tema, a Roma, il 4 febbraio 2022:
referendumcannabis.it/wp-content/uploads/2022/02/REFERENDUM-CANNABIS-LE-BUONE-RAGIONI-DEL-DIRITTO.pdf

Nella conferenza stampa, Amato ha dichiarato il quesito di depenalizzazione della cannabis inammissibile perché la depenalizzazione di sostanze stupefacenti indicate all'articolo 73 del testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope farebbe riferimento a tabelle in cui sono elencate sostanze diverse dalla cannabis.

Adesso si attende un riscontro in merito da parte dei promotori.