I dati, ormai, fanno parte da tempo di una realtà fittizia che viene rappresentata, ad arte, bella o brutta a seconda della convenienza. Un ultimo esempio è costituito dai dati relativi all’Osservatorio sul precariato fino a maggio 2017 pubblicati dall'Inps.

In base a quanto registrato dall'istituto di previdenza del nostro paese, i contratti di lavoro sono in linea con le dinamiche osservate nei mesi precedenti e attestano il proseguimento della fase di ripresa occupazionale.

Le assunzioni, riferite ai soli datori di lavoro privati, nei mesi di gennaio-maggio 2017 sono risultate 2.736.000, in aumento del 16% rispetto a gennaio-maggio 2016. Quindi, ciò dovrebbe essere considerato un ottimo risultato.

In realtà, però, c'è anche da considerare che il maggior contributo a queste assunzioni è dato da quelle a tempo determinato (+23%), mentre sono diminuite quelle a tempo indeterminato (-5,5%).

Qual è il motivo? È molto semplice. Da quando è scaduto l'esonero contributivo, il contratto a tempo indeterminato sta ormai diventando un sogno, nonostante i tre anni di prova del Jobs Act!

Praticamente, a partire dal 2017, solo un'assunzione su quattro risulta stabile.