Nell'occasione del Centenario della Congregazione per le Chiese Orientali e del Pontificio Istituto Orientale, Papa Francesco, questo giovedì, ha celebrato una messa presso la Basilica di Santa Maria Maggiore.

Nella sua omelia, all'inizio, il Papa è tornato sul tema della terza guerra mondiale che, per lui, sarebbe già in atto. E lo ha fatto richiamandosi ai cento anni che ci dividono dalla Grande Guerra, la prima guerra mondiale.



La fondazione della Congregazione per le Chiese Orientali e del Pontificio Istituto Orientale fu istituita nel 1917 ha così iniziato la sua omelia il Papa che ha poi ricordato: «Allora infuriava la prima guerra mondiale. Oggi, come ho già avuto modo di dire, noi viviamo un’altra guerra mondiale, anche se a pezzi. E vediamo tanti nostri fratelli e sorelle cristiani delle Chiese orientali sperimentare persecuzioni drammatiche e una diaspora sempre più inquietante. 

Questo fa sorgere tante domande, tanti perché, che assomigliano a quelli della prima Lettura odierna, tratta dal libro di Malachia (3,13-20a). Il Signore si lamenta con la sua gente e dice così: "Duri sono i vostri discorsi contro di me e voi andate dicendo "che cosa abbiamo detto contro di te?" Avete affermato: "È inutile servire Dio: che vantaggio abbiamo ricevuto dall’aver osservato i suoi comandamenti o dall’aver camminato in lutto davanti al Signore? Dobbiamo invece proclamare beati i superbi che, pur facendo il male, si moltiplicano e, pur provocando Dio, restano impuniti".» (vv. 13-15).

Prima della Messa, Bergoglio ha visitato il Pontificio Istituto Orientale, salutando i superiori della Congregazione per le Chiese Orientali, i patriarchi e agli arcivescovi maggiori. Quindi, nel giardino del Pontificio Istituto, ha benedetto un cipresso alla presenza degli studenti e infine, in Aula Magna, ha incontrato e salutato i benefattori e la comunità dei Gesuiti.