I fatti degli ultimi giorni rendono sempre più chiaro come il razzismo sia diventato l’arma ideologica dei globalisti e dei suoi schiavi (alcuni giornalisti e commentatori mainstream, certi partiti) per puntare il dito contro il popolo italiano, accusarlo falsamente di ogni nefandezza, far sentire la maggioranza dei cittadini in colpa per il voto espresso e per l'intollerabile lontananza dalla retorica del pensiero unico.

Una sottile e pericolosa arma ideologica studiata per orientare le opinioni. Tutte le prime pagine dei giornali, montando il caso ad arte, hanno puntato il dito contro la preoccupante ondata di razzismo, per scoprire, in una tragica parodia, che non ce n'era neanche l'ombra.

Se c’è quindi un razzismo, oggi, è in primis quello utilizzato dal circuito mainstream contro gli italiani. La ragione? Un popolo che non la pensa tutto alla stessa maniera e che è consapevole e cosciente della propria identità e della propria storia fa paura ai globalisti, perché non è strumentalizzabile.

Abroghiamo la legge Mancino, che in questi anni strani si è trasformata in una sponda normativa usata dai globalisti per ammantare di antifascismo il loro razzismo anti-italiano.

I burattinai della retorica del pensiero unico se ne facciano una ragione: il loro grande inganno è stato svelato.


Le parole sopra riportate sono uno scherzo? No. Sono state scritte da un ministro della Repubblica, quello che si dovrebbe occupare di Famiglia e Disabilità, il leghista Lorenzo Fontana. Già a legger la fonte, si comincia a credere che quelle parole non siano uno scherzo, considerando che il ministro è un noto estremista del cattolicesimo più retrivo. Ma per togliere qualsiasi dubbio, questo è il post inviato su Facebook:


Che cosa dice la legge Mancino? Approvata nel giugno 1993, quella legge sanziona e condanna gesti, azioni e slogan legati all'ideologia nazifascista, con lo scopo di incitare alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali.

Di recente si è provato ad estendere l'orizzonte di quella legge anche ai reati basati sulla discriminazione in base all'orientamento sessuale e all'identità di genere, ma la modifica non ha mai superato l'approvazione dei due rami del Parlamento, per l'opposizione delle destre.


Nonostante sia diventato ministro, Matteo Salvini ha continuato a promuovere dai suoi profili social il concetto che la delinquenza in Italia abbia origine da extracomunitari, soprattutto africani, e rom, inveendo e dileggiando contro chiunque non concordasse su tale opinione. Un trend che al momento funziona e che un altro esponente della destra estremista, Giorgia Meloni, ha deciso di adottare, come è possibile verificare consultando la sua pagina Facebook.

Qual è il motivo della dichiarazione di Fontana, ovviamente studiata a tavolino dal suo capo Salvini, che di queste "beghe" pubblicamente fa finta di non interessarsi?

Fermare i dubbi di qualcuno che, forse, qualche domanda inizia a porsela su quale debba essere il comportamento di un ministro? Forse, ma più probabilmente, per sfruttare la popolarità di Salvini e far credere alla gente che l'odio razziale non esista e non sia mai esistito, specialmente in funzione delle ideologie della destra estremista.

In tal modo "dagli al negro" diventerà un'espressione simpatica, mentre "gli ebrei buoni per fare il sapone" sarà poco più che una barzelletta.

Pertanto, se qualche altro disgraziato che in Parlamento sia stato nominato deputato o senatore trovasse intelligente la proposta del "ministro" Fontana, l'Italia precipiterebbe ancora di più nel baratro di un fascismo che da latente si fa sempre di più reale. Un bel "cambiamento", non c'è che dire.