Adesso sappiamo che il colpevole nell'affaire Renzi De Benedetti è chi ha reso noto questo ennesimo scandalo che media e istituzioni cercano disperatamente di mettere a tacere.

La conferma viene dalla Procura di Roma che ha aperto un fascicolo per il reato di rivelazione del segreto d’ufficio in merito alla presunta fuga di notizie che ha permesso la pubblicazione di alcuni documenti depositati presso la Commissione d'inchiesta sulle banche, documenti che dovevano però rimanere secretati.

Che cosa ha dato "fastidio" alla Procura di Roma? Che alcuni quotidiani abbiano trascritto la telefonata del 16 gennaio 2015, in cui Carlo De Benedetti parlava della riforma delle Banche Popolari con il suo broker Gianluca Bolengo, invitandolo ad investire sulle Popolari quotate dichiarando di aver parlato con l’allora premier Matteo Renzi che gli aveva assicurato che la riforma sarebbe passata. Il reato ipotizzato dalla procura di Roma, a carico di ignoti, è la rivelazione del segreto d’ufficio.

Non potendo classificare la notizia come falsa, il Pd parla allora di "polverone da campagna elettorale" come dimostra il tweet del deputato Miche Anzaldi.


Al contrario, i 5 Stelle non hanno alcuna intenzione di passare in second'ordine una simile notizia, in special modo durante la campagna elettorale. E così Luigi Di Maio, dal blog di Grillo, lancia l'hashtag #VogliamoSapere chiedendo a Renzi che cosa abbia detto esattamente a De Benedetti.

Ed anche un pentastellato in erba, il noto giornalista tv Emilio Carelli, ha espresso la propria sorpresa che una notizia politicamente importante come questa sia stata sottaciuta o quasi ignorata da molti giornali e perfino dall’informazione del servizio pubblico.

Comunque, l'iniziativa del procuratore di Roma Giuseppe Pignatone non potrà che tener vivo l'interesse su una vicenda che il Partito Democratico e Matteo Renzi avrebbero archiviato ben volentieri il più in fretta possibile.