Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato la sospensione degli aiuti militari all'Ucraina, a seguito del confronto esplosivo con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky avvenuto alla Casa Bianca lo scorso venerdì. La mossa, che ribalta la tradizionale politica americana di sostegno a Kiev, rischia di indebolire gli sforzi ucraini contro l'invasione russa, mentre l'amministrazione Trump sembra orientata verso un riavvicinamento con Mosca.
Trump, entrato in carica a gennaio, ha progressivamente modificato l'approccio statunitense verso Ucraina e Russia, privilegiando il dialogo con il Cremlino. L'episodio culminante è stato il rimprovero pubblico a Zelensky per la "mancata gratitudine" verso Washington.
La decisione presa lunedì è stata collegata alla volontà del presidente ucraino di accettare la pace che dovrà essere concordata e imposta da Washington e Mosca. In pratica, l'ennesimo ricatto dei tanti messi in atto da Trump dopo l'inizio del suo secondo mandato.
Dal 2022 ad oggi l'ammontare degli aiuti militari forniti dagli Stati Uniti a Kiev, secondo fonti del Congresso USA, è stato di 175 i miliardi di dollari che, sommati agli aiuti finanziari, non raggiunge le cifre sparate a caso dal presidente americano. E di questo Zelensky ha ringraziato gli Stati Uniti non una, decine di volte. Trump ha preteso di ricattare l'Ucraina collegando i finanziamenti - che lui ha aumentato indicando cifre false - ad un risarcimento da saldare con concessioni agli Stati Uniti collegate allo sfruttamento di terre rare. Zelenky voleva collegare tali concessioni a garanzie di sicurezza per l'Ucraina da includere nel piano di pace.
Purtroppo per lui, Trump e, soprattutto, Putin avevano deciso diversamente.
Nell'immediato, gli effetti della sospensione nell'invio di armi non incideranno più di tanto nell'andamento del conflitto. Considerando poi la capacità sviluppata dagli ucraini nel produrre in proprio gli armamenti necessari all'evolversi del conflitto sul campo e alle forniture militari da parte dell'Europa, le conseguenze pratiche dello stop delle forniture militari statunitensi potranno pesare a partire dai prossimi mesi, forse sei... forse qualcosa di meno, forse qualcosa di più.
La Russia ha salutato il blocco degli aiuti come un contributo alla pace, auspicando anche l'allentamento delle sanzioni, argomento su cui Washington starebbe lavorando. Mosca è, dal punto di vista militare ed economico, alla canna del gas e Trump sta aiutando l'amico Putin a risollevarsi da una situazione che per lui, a breve, sarebbe potuta diventare esplosiva.
Che lo faccia per la pace è una baggianata a cui possono credere solo degli idioti, visto quanto sta facendo in Medio Oriente, supportando il genocidio in atto a Gaza e nei Territori Occupati, anche con l'invio di nuove armi. Quale sia il disegno finale cui Trump mira - nel caso esista! - è incomprensibile, salvo quello, nel breve periodo, di disgregare l'Europa. Ma una volta ottenuto tale obiettivo, dopo aver perduto un alleato su cui poteva contare, quale potrà essere il passo successivo?