Andrea Severini è, a suo dire, un cittadino in MoVimento, sottolineando con questo slogan, così sembrerebbe, la sua appartenenza al Movimento 5 Stelle.

Il 19 giugno, senza attendere l'ufficialità del dato (probabilmente lo aveva già scritto), ha pubblicato un  post sul suo blog andreaseverini.wordpress.com intitolandolo Lettera al sindaco di Roma, mia moglie!

Secondo quanto riportato dai media, tra i due coniugi non ci sarebbe più una così grande intesa, per non dire che ci sarebbe stata una totale rottura. Nonostante questo, il sig. Severini ha pensato comunque di congratularsi con sua moglie.

Gli inizi, gli ideali, il cammino, il ringraziamento... così potrebbe essere riassunto il post che ha fatto storcere la bocca ad alcuni, e non solo per i contenuti, ma anche per certi termini utilizzati e corretti poi, in corso d'opera.

Quello che lascia leggermente perplessi è l'eccessiva prodigalità con cui il sig. Severini utilizza i pronomi. Così dalla prima persona singolare, ad un certo punto, passa a quella plurale con un «Ora tocca a noi...», come se fosse anche lui ad aver vinto le elezioni: «agiamo come una squadra coesa e compatta, dobbiamo ripagare la fiducia dei romani con un impegno giornaliero senza eguali, non possiamo tradire la loro fiducia».

Plurale che riprende, affermando che «subiremo in questi cinque anni attacchi e calunnie ma noi siamo una comunità lo diciamo sempre, la comunità di persone che vogliono cambiare questo paese!», tanto per far intendere che lui a divorziare non ci pensa proprio.

A pensar male, si sa, si fa peccato, ma a volte, se non spesso, ci si indovina. A leggere il post del marito, viene da pensare che per Virginia Raggi, in fondo, quella di sindaco di Roma possa essere una preoccupazione di second'ordine.