"Signor Presidente, parlo dai banchi del Governo o da quelli dei senatori?" Così il senatore Matteo Salvini si è rivolto alla presidente del Senato Casellati che in risposta, dal banco del Governo dove sedeva accanto al premier Conte, lo ha spedito ai banchi del suo gruppo parlamentare.

Con i sintomi di un incipiente enfisema, la cintura spinta in basso dal debordare di una pancia sempre più incontenibile, Salvini ha detto: "Grazie e finalmente. Rifarei tutto quello che ho fatto. Tutto. Con la grande forza di essere un uomo libero; ciò vuol dire che non ho paura del giudizio degli italiani. In quest'Aula ci sono donne e uomini liberi e donne e uomini un po' meno liberi. Chi ha paura del giudizio del popolo italiano non è una donna o un uomo libero. Molto semplicemente. È il sale della democrazia".

Nell'incipit del suo discorso al Senato, in replica alle parole con cui Conte ha chiuso l'esperienza di Governo, già ci sono tutti i contorni di come Salvini percepisce la democrazia e della illogicità del suo stralunato intervento.

Quindi abbiamo imparato che chi fa quel che a Salvini piace è un uomo libero, al contrario... non lo è. Detto nell'Aula del Senato, è evidente che ciò finisce per essere riferito ai Senatori. La presidente dell'Aula, forse non ha capito la gravità dell'affermazione ed è rimasta in silenzio.

In pratica, Salvini inizia il proprio intervento dicendo che vuole andare al voto... poi non spiega le ragioni della sua scelta e neppure i tempi che l'hanno dettata, visto che un nuovo governo, per le regole vigenti in Italia, non potrebbe entrare in carica prima di dicembre.

Nonostante ciò, Salvini ha detto che ci sarebbe comunque tutto il tempo di fare una finanziaria e di farla approvare in Parlamento. Ma non una finanziaria tappabuchi, bensì una finanziaria da non meno di 50 miliardi!

E dato che una legge di bilancio con queste premesse non avrebbe possibilità di essere approvata dall'Ue, Salvini che fino a ieri diceva che dall'Unione non sarebbe uscito perché sarebbe stata finalmente guidata dalle forze sovraniste, oggi ha fatto capire tutta la sua insofferenza per Bruxelles, per le sue regole e per il fatto che l'Italia ne faccia parte.

Insomma, la democrazia e la libertà corrispondono ai desiderata di Salvini... al di fuori di quelli non c'è democrazia e non c'è libertà.

Frasi fatte, concetti del qualunquismo e del populismo più becero, nei quali non sono mancati riferimenti a sicurezza e migranti, hanno caratterizzato le parole del ministro dell'Interno che però non ha spiegato tempi e ragioni della crisi che lui ha voluto.

In compenso, ha concluso in questo modo:

"I casi sono due: se c'è un accordo di potere e di spartizione già fatto, fra 5 Stelle e Partito Democratico, che sarebbe lecito, ditelo agli italiani e spiegate loro che cosa intendete fare nei prossimi tre anni. Secondo me, è irrispettoso della volontà del popolo italiano, che mi sembra chiara da due anni a questa parte. Però in politica - per carità - le abbiamo viste tutte; basta che lo diciate.Se non è così e invece c'è voglia di costruire e di terminare un percorso virtuoso - perché ho letto che qualcuno vuole fare il taglio dei parlamentari, bloccare l'aumento delle tasse e poi andare subito al voto -, io l'ho detto la settimana scorsa e lo ripeto ancora in quest'Aula: la via maestra è quella delle elezioni, perché niente e nessuno meglio che il popolo italiano potrà giudicare chi ha lavorato bene e chi ha lavorato male. Questa è la via maestra. Se volete, noi ci stiamo: non abbiamo certo paura di andare avanti e di ultimare il percorso. Non siamo mica il Renzi di turno, che ha votato contro fino a ieri ed è disponibile a votare oggi a favore per mantenere la poltrona.Volete tagliare i parlamentari e poi andare a votare? Ci siamo: tagliamo i parlamentari e poi restituiamo la parola al popolo italiano. Ci siamo. Se poi uno volesse metterci una manovra economica coraggiosa per bloccare aumenti - e non solo - e ridurre le tasse a 10 milioni di italiani, ci siamo."

Per i più distratti, solo pochissimi giorni fa, lo stesso Salvini diceva che tagliare i parlamentari avrebbe significato - come così è in realtà - rimandare il voto di mesi (dai 6 ai 12!). Quindi equivarrebbe a non votare.

In pratica, anche al Senato, Salvini ha confermato di essere in pieno marasma nel più classico stile fantozziano, auspicando una soluzione, ma anche quella esattamente opposta.

Come spiegare il comportamento di Salvini? Il consenso gli ha dato alla testa e gli ha fatto credere di poter fare tutto quel che desidera. Così, senza consultarsi con quelli che all'interno del suo partito qualcosa più di lui capiscono, si è inventato la crisi. Quando gli hanno spiegato che aveva sbagliato i tempi per poter sperare di andare al voto, a cui si è aggiunta la possibilità non remota di un governo tra 5 Stelle e Pd, Salvini si è stupito. Poi, è arrivata la Bongiorno, la ministra esperta in prescrizioni, che gli ha fatto presente che senza una copertura parlamentare rischia non uno ma decine di processi, allora il capitano coraggioso si è spaventato, e in tutti i modi ha cercato di fare marcia indietro... ma ormai era troppo tardi.