Presenti le palline magiche realizzate con strati diversi di gomma che una volta lanciate finioscono per rimbalzare da una parte all'altra senza una logica apparente?

Bene. Giuliano Pisapia, ideatore e promotore di Campo progressista fa le stesse identiche cose, con una differenza. Mentre le palline magiche, una volta finita la spinta, cominciano ad avere un comportamento "normale", l'ex sindaco di Milano, invece, riprende a dire e fare cose che immancabilmente si contraddicono tra loro, in un turbinio di affermazioni e smentite tali da lasciare a bocca aperta.

Due giorni fa Pisapia sembrava aver raggiunto l'intesa con MDP per dar vita ad un partito di sinistra che rispondesse alle necessità di coloro che ormai si rifiutano di voler assegnare l'etichetta sinistra al partito della democrazia renziana.

Il punto d'incontro? un ultimatum a Gentiloni sulla legge di Bilancio. Dacci questo minimo che ti chiediamo e noi te la votiamo. Il giorno dopo Padoan illustra la manovra ed il minimo richiesto non è neppure ipotizzato. MDP, almeno per coerenza e dignità, afferma che il documento di scostamento di bilancio necessario a disinnescare le clausole di salvaguardia, per evitare il peggio, lo votiamo... il resto della legge di bilancio, se queste sono le prenesse, no di certo.

Invece i parlamentari che fanno capo a Pisapia, che dicono? Votiamo tutto! La logica di tutto ciò? E chi la capisce!

Non solo. Martedì D'Alema era in televisione dalla Berlinguer a parlar male di Renzi. Niente di nuovo sotto il sole... Se vogliamo, pure un fatto dovuto, perché per parlar male di Renzi basta citare le cose da lui promesse e quelle da lui successivamente non fatte. Quindi, parlar male di Renzi è oggettivamente dovuto.

Mercoledì, Pisapia si fa intervistare sulla radio di Repubblica e che dice? Che «D’Alema deve fare un passo di lato perché anche lui, come Renzi, è divisivo.» Secondo Pisapia, D’Alema fa dichiarazioni che dividono, mentre lui vuole unire! Poi aggiunge: «Anche Renzi divide, ma ha vinto le primarie con due milioni di voti, quindi bisogna uscire dai personalismi. Ci sono 3,5 milioni di elettori del Pd e di sinistra che non votano più. Renzi è stato divisivo sia all’interno che all’esterno del Pd, ma ha stravinto le primarie. Bisogna trovare un minimo di condivisione.»

Traduzione del pensiero di Pisapia. Renzi è un contaballe che pensa al proprio tronaconto, però è riuscito a convincere 2 milioni di persone (francamente poco avvedute, ndr.), grazie alla sua dote di far creder loro di essere quel che non è. E con lui che bisogna fare, dunque? Trovare un accordo, perché ha truffato 2 milioni persone che, al momento, continuano a credergli.

La logica di Pisapia è inattacabile dal punto di vista pratico, un po' meno da quello etico e morale. E, incredibilmente, dopo mesi, sembrano essersene accorti anche dalle parti di MDP, come dimostra una nota dell’europarlamentare di Articolo Uno Flavio Zanonato: «Sconcerta l’attacco di Pisapia al coetaneo D’Alema. E’ vero che sin da quando l’ex sindaco di Milano era in Rifondazione Comunista i rapporti con lui sono sempre stati complicati, ma adesso è arrivata, anche per lui, l’ora di scegliere con chi stare e cosa fare. Vuole essere il leader di una nuova forza di governo e che recuperi i valori della sinistra? E’ tempo che decida di assumersi questo ruolo con oneri e onori. Smetta insopportabili quanto dannosi attacchi personali a D’Alema e inizi a costruire il nuovo partito della sinistra italiana.»

Ma Pisapia, più che non essere affascinato da D'Allema è innamoratissimo di Renzi. E che allora prenda la tessera del PD e non stia più a scocciare con le sue dichiarazioni insulse su cosa sia o debba essere la sinistra.

Chi è Renzi e che cosa rappresenti lo abbiamo capito da tempo. SD Pisapia ancora non è stato in grado di farlo, allora vuol dire che non solo non è abbastanza avveduto come politico, ma neppure abbastanza iltelligente e preparato per guidare una forza politica.