Uber, la società che ha prodotto la app grazie alla quale privati possono svolgere servizio taxi, ha intrapreso una serie di iniziative sperimentali a tutela di conducenti e passeggeri.

Dalla fine del 2015, secondo quanto scrive il Guardian, in Texas viene monitorata la guida di alcuni autisti mediante l'accelerometro, installato in molti smartphone e in grado di rivelare improvvise accelerazioni e frenate troppo brusche.

Uber non informa i conducenti che li sta monitorando. Lo fa solo nel caso in cui i dati debbano essere analizzati, a seguito di segnalazioni ricevute da clienti insoddisfatti.

Ma l'azienda non si preoccupa solo dell'incolumità dei viaggiatori, pensa anche agli autisti, spesso infastiditi da passeggeri che hanno alzato un po' troppo il gomito. 

A Seattle, ad esempio, ha installato degli specchi rivolti verso i sedili posteriori, nella convinzione che chi vede i suoi movimenti riflessi tende a moderare il proprio comportamento.

A Charlotte, in Carolina del Nord, ha messo sul sedile posteriore un gioco, Bop It, che produce particolari effetti sonori. Ipotizzando che un ubriaco ritorni un po' bambino, l'idea dovrebbe servire a focalizzare l'attenzione del passaggero, evitando che disturbi il guidatore.

Attualmente Uber è utilizzato in 300 città, con un totale dichiarato di oltre un miliardo di corse. Lo società, fondata nel 2009, non è quotata in borsa, ma il suo valore è stato valutato a oltre 62 miliardi di dollari, superiore alla capitalizzazione di Ford e General Motors.