Dopo l'evacuazione di un centinaio di civili, ieri sono ripresi a Mariupol i bombardamenti russi sull'acciaieria Azovstal, secondo quanto dichiarato dal comandante della guardia nazionale ucraina Denys Shlega, alla televisione nazionale di Kiev domenica sera.

"Due giorni trascorsi in silenzio. Non appena l'ultimo civile ha lasciato lo stabilimento, sono iniziati i bombardamenti con tutti i tipi di armi".

Ma secondo quanto dichiarato da Shlega sarebbero ancora diverse centinaia i civili rifugiati all'interno dell'acciaieria, dove si trovano anche circa 500 soldati feriti.

Comunque, in queste ore, sembra che altre persone potrebbero essere evacuate dagli edifici ormai completamente distrutti. Le persone al loro interno si sono rifugiate nei seminterrati - le strutture dell'acciaieria si sviluppano per parecchi livelli sottoterra - e quelle che sono sfollate ieri hanno detto di aver rivisto la luce del solo dopo essere rimaste al buio per due mesi. 

Per quanto riguarda le notizie sul fronte militare,  Mosca avrebbe schierato in Ucraina oltre 120 gruppi tattici di battaglione. Secondo i dati forniti dal ministro della difesa russo Sergei Shoigu ad agosto 2021 la Russia disponeva di circa 170 di tali gruppi tattici. Pertanto, circa i due terzi di questi sarebbero stati inviati in Ucraina. E secondo fonti dell'intelligence britannica, un quarto di questi gruppi avrebbe subito perdite rilevanti, tanto da renderli inefficaci nei combattimenti in corso. 

Anche oggi, nelle prime ore del mattino, due forti esplosioni sono state registrate a Belgorod, una città russa nei pressi del confine settentrionale ucraino.

Questo l'ultimo bollettino delle perdite russe relativo ai dati delle perdite subite ieri dall'esercito ucraino: 23.800 soldati, 1.048 carri armati, 2.519 veicoli corazzati per il trasporto di personale, 1.824 veicoli e cisterne di carburante, 459 sistemi di artiglieria, 152 sistemi di lancio multiplo di razzi, 80 sistemi di difesa antiaerea, 155 elicotteri, 194 aerei, 271 UAV e 8 imbarcazioni.

Per le Nazioni Unite, il blocco imposto dalla Russia al traffico marittimo ucraino impedisce a Kiev di esportare 4,5 milioni di tonnellate del suo grano ucraino che, per alcuni Paesi africani, è fonte essenziale di alimentazione, per questo le preoccupazioni di una crisi alimentare e di una carestia come conseguenza della guerra in corso non sono affatto remote.