Dopo un avvio di inizio settimana negativo, le borse europee a fine mattinata registravano indici in calo fino al 3%, a seguito dell'improvviso fallimento dell'americana SVP dello scorso venerdì.

Un calo più che annunciato, con gli speculatori che scommettono su una nuova crisi del sistema finanziario che dagli Stati Uniti finisca per interessare il resto del "globo terracqueo", nonostante i regolatori finanziari della California abbiano assicurato che i clienti della Silicon Valley Bank non perderanno nulla di quanto depositato e che una parte degli asset della filiale britannica siano stati acquisti dalla HSBC.

Hanno però pesato le preoccupazioni per nuovi casi di problemi finanziari tra le banche regionali americane, con la First Regional Bank che a Wall Street ha subito una perdita del 60% nel pre-mercato, nonostante le rassicurazioni sulla sua posizione di liquidità.

Francoforte, Parigi e Londra hanno registrato perdite fino al 3%, mentre quelle di Milano e Madrid sono arrivate fino al oltre il 4%. Colpiti principalmente i settori banche, semiconduttori, assicurazioni e auto.

Le preoccupazioni per una possibile crisi finanziaria che potrebbe aumentare i rischi di recessione hanno spinto il mercato a rivedere le previsioni di rialzo dei tassi da parte delle banche centrali. 

Questo cambiamento di scenario ha fatto aumentare i prezzi dei titoli di Stato e ha fatto calare i rendimenti, con una media di oltre venti punti sulla parte a dieci anni nell'Eurozona, anche il doppio per Francia e Germania sui due anni. Il rendimento decennale italiano è sceso al 4,15% (-14 punti base), ma le preoccupazioni sul debito pubblico italiano hanno provocato un aumento di quasi dieci punti dello spread con il Bund, che è salito a 189 punti base.