"Voglio ringraziarvi per aver accettato l'invito al fine di poter, insieme, esprimere un franco discernimento sui gravi eventi che hanno danneggiato la comunione ecclesiale e indebolito il lavoro della Chiesa del Cile negli ultimi anni.

Alla luce di questi eventi dolorosi per quanto riguarda l'abuso di minori, il potere e la coscienza, abbiamo approfondito la loro gravità e le tragiche conseguenze che vi sono state per le vittime. Ad alcuni di loro ho chiesto perdono di cuore, perdono al quale vi siete uniti in una sola volontà e con la ferma intenzione di riparare ai danni causati.

Vi ringrazio per la piena disponibilità che ciascuno ha dimostrato di aderire e collaborare a tutti quei cambiamenti e a tutte quelle risoluzioni che dovremo attuare nel breve, medio e lungo termine, necessari per ripristinare la giustizia e la comunione ecclesiale.

Dopo questi giorni di preghiera e di riflessione, vi mando a continuare a costruire una Chiesa profetica, che sappia mettere al centro quello che è importante: il servizio al Signore nell’affamato, nel carcerato, nel migrante, nell’abusato."

 

Quanto sopra riportato, tradotto dallo spagnolo, è il contenuto della "carta del santo padre Francisco a los obispos de Chile al final de los encuentros celebrados en el Vaticano". In pratica, la Lettera che il Papa ha consegnato a ciascuno dei 34 vescovi cileni a conclusione degli incontri tenutisi in Vaticano, conclusi il 17 maggio, dove erano stati convocati a seguito degli abusi commessi da membri del clero in quel Paese.

Lo ha reso noto il direttore della Sala Stampa vaticana Greg Burke con una dichiarazione resa nota dopo l’ultima delle quattro riunioni, terminata giovedì pomeriggio alle 18.40.