Tra incontri e scontri, dopo due mesi e mezzo dal voto, ancora niente.

Eppure i presupposti ci sono, i due leader Di Maio e Salvini, almeno in campagna elettorale avevano le idee chiare.

Programmi già definiti e coperti finanziariamente, una politica estera fuori dagli schemi europei, un'Italia che doveva rinascere e cambiare volto.

Apparentemente tutto sembrava già fatto, tanto che, gli elettori hanno gridato a gran voce il loro nome.

Oggi i due leader, dopo mille sceneggiate, sono alla ricerca della loro vera identità che evidentemente non è la stessa che solo tre mesi fa appariva senza macchia e senza peccato.

Chiusi nel loro essere, forse troppo ingenui, barattano le sorti del Bel Paese, come si fa al mercato rionale, io ti do questo e tu mi dai quello.

Peccato però che la merce in ballo si chiama democrazia e soprattutto "futuro", sempre più incerto e con poca speranza. 

Basterebbe poco, basterebbe una sana e coscienziosa politica, lontano dal potere del singolo, lontano dai luoghi comuni del sistema, lontano dai soliti noti per ridare lustro e splendore al Vecchio Stivale.

Speriamo bene urlano in tanti, incrociamo le dita e contiamo fino a...

Qualcosa accadrà, un Governo nascerà con tanti se e altrettanti ma.