Il consiglio direttivo della Bce, il 14 giugno si è riunito a Riga e dalla capitale della Lettonia, Mario Draghi ha tenuto la conferenza stampa in cui ha riassunto le decisioni prese, non certo di poco conto.

Il governatore della Banca centrale europea ha infatti annunciato che il Consiglio direttivo, dopo aver valutato le ultime proiezioni macroeconomiche, ha concordato che la convergenza dell'inflazione verso l'obiettivo prefissato del 2% continuerà nel prossimo futuro e, in base a ciò ha preso le decisioni indicate di seguito.

La Bce continuerà ad effettuare acquisti netti nell'ambito dell'Asset purchase programme (APP) al ritmo mensile attuale di 30 miliardi di euro fino alla fine di settembre 2018. A quella data, se i dati sull'inflazione a medio termine confermeranno le previsioni, il ritmo mensile degli acquisti di attività nette (soprattutto dei titoli di Stato della zona euro) scenderà a 15 miliardi fino alla fine di dicembre 2018. Dall'inizio del 2019 la Bce non effettuerà più alcun acquisto.


In secondo luogo, la Bce non busserà alle porte dell'Italia e degli altri Stati per imporre loro il riacquisto dei titoli. La Bce intende mantenere la politica di reinvestimento dei pagamenti principali dai titoli in scadenza acquistati nell'ambito dell'Asset purchase programme per un periodo prolungato dopo la fine degli acquisti di attività nette... in ogni caso, il tempo necessario a mantenere condizioni di liquidità favorevoli e un ampio margine di accomodamento monetario.

In terzo luogo, la Bce manterrà invariati i tassi d'interesse, almeno fino all'estate del 2019 e, in ogni caso, per tutto il tempo necessario a garantire che l'evoluzione dell'inflazione rimanga allineata sul traguardo fissato del 2%.

In corrispondenza dell'annuncio di Draghi, il BTP a 10 anni è schizzato a quota 250 si è riposizionato ai livelli di apertura intorno ai 230 punti.