Trump aveva annunciato di recente il taglio di 200 milioni di dollari dagli aiuti ai palestinesi approvati all'inizio del 2018. Aiuti destinati non tanto all'ANP, quanto al finanziamento diretto di progetti economici e umanitari per la Cisgiordania e Gaza.

I soldi, decine di milioni di dollari che invece l'attuale amministrazione Usa destina ai palestinesi, sono quelli che vengono inviati alle autorità di Ramallah per finanziare il sostegno alle forze di sicurezza dell'ANP.

Quando il Congresso Usa ha approvato il Taylor Force Act per porre severe restrizioni ai finanziamenti statunitensi ai palestinesi, lo ha fatto perché Trump vuole usare i soldi che sostenevano gli aiuti umanitari al popolo palestinese come arma di ricatto per costringerlo ad accettare il piano di pace che lui sta concordando con Netanyahu, in base al quale i palestinesi dovrebbero rinunciare ad una soluzione a due Stati come stabilito dalla risoluzione 181 dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

In quest'ottica, da registrare un ulteriore passo avanti da parte dell'amministrazione Trump che, in base a quanto ha reso noto il quotidiano israeliano Haaretz citando un funzionario del Dipartimento di Stato Usa, adesso ha deciso pure di tagliare i finanziamenti che sostenevano gli ospedali di Gerusalemme Est che supportano non solo la popolazione palestinese della città, ma anche quella dei territori occupati.

Si tratta del taglio di 20 milioni di dollari che creerà difficoltà ad almeno cinque ospedali di Gerusalemme Est, di cui alcuni sostenuti tra l'altro da influenti gruppi di pressione di ispirazione cristiana. Già al tempo del Taylor act gli stessi gruppi si erano fatti sentire, ottenendo che gli ospedali fossero esclusi dal taglio degli aiuti finanziari.


Il ministero degli Esteri dell'Autorità Nazionale Palestinese ha denunciato la decisione degli Stati Uniti con questa dichiarazione:

"La nuova politica degli Stati Uniti mira a liquidare la causa palestinese con falsi e magri pretesti attraverso il cosiddetto Deal of the Century.

Questa escalation americana pericolosa e ingiustificata ha attraversato tutte le linee rosse possibili ed immaginabili ed è considerata un'aggressione diretta contro il popolo palestinese, incluso l'aspetto umanitario poiché minaccia la vita di migliaia di pazienti palestinesi e delle loro famiglie, e potrebbe influenzare il futuro e i mezzi di sussistenza dei dipendenti degli ospedali e dei loro familiari."

Il ministero degli Esteri ha descritto tale decisione come "inumana tanto che raramente si registra qualcosa di simile anche nei regimi più oppressivi e totalitari presenti al mondo."

Il ministero si è poi rivolto alla comunità internazionale perché prenda posizione rispetto a quella che ha definito l'ingiustizia americana contro il popolo palestinese e i suoi diritti, esortandola a compensare i mancati fondi degli Stati Uniti.